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Infermieri in Marina. Intervista al Maresciallo Dott. Emiliano Boi

di Ferdinando Iacuaniello

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RIMINI. Continua il viaggio alla scoperta della professione con le interviste ai "personaggi" che ne fanno parte. E' stato un incontro virtuale, Emiliano Boi è tra gli infermieri più attivi della rete. Con i suoi punti di vista è sempre puntuale nel commentare le notizie che grazie ai social netowork fanno il giro dello stivale. Spesso in contrasto con le istituzioni infermieristiche.

 

Chi è Emilano Boi?

Emiliano e' un infermiere italiano cosciente di essere fortunato. Perchè decido di risponderti così? perchè ho trentatre anni e lavoro. Avevo vent'anni e durante il servizio militare di leva ho voluto partecipare ad un concorso. Mi sono preparato esattamente come gli altri concorrenti ma ho avuto la fortuna di essere giudicato idoneo e vincitore.

Ho relizzato così il mio sogno di ventenne, quello di poter frequentare il corso per Allievi Marescialli Infermieri della Marina Militare Italiana. Dalla mia amata Sardegna sono partito ed ho raggiunto la città di Taranto dove ho frequentato per tre anni il primo corso di laurea in infermieristica presso la Scuola Marescialli della Marina Militare. E' stato un percorso formativo intenso, sia dal punto di vista universitario che militare, del quale conservo uno straordinario ricordo ed al quale devo tutto. All'età di ventitre anni ho orgogliosamente portato a termine quel percorso e dopo la discussione della mia tesi di laurea è iniziato tutto.

 

Passioni al quadrato? Maresciallo Infermiere da 10 anni, raccontaci?

Assolutamente doppia passione. L'esercizio della professione sanitaria infermieristica presso la Marina Militare finora mi ha dato grandi soddisfazioni ed è stata anche una importante occasione di confronto con colleghi di altre nazioni.

Dopo la laurea per quasi tre anni ho prestato servizio presso la base navale militare di Augusta (SR) in qualita' di Capo Componente Sanitaria di Nave Comandante Cigala Fulgosi. L'incarico principale era quello di coordinare e gestire il soccorso sanitario nelle operazioni navali di controllo dei flussi migratori. L'attivita' e' stata intensa, anche perche' spesso ho dovuto gestire vere e proprie maxi-emergenze sanitarie lontano dalla coste italiane, sapendo di essere l'unico professionista sanitario nell'arco di diverse miglia marine.

In navigazione capitava spesso di essere contattati anche dalle motovedette della Capitaneria di Porto e dai pattugliatori della Guardia di Finanza e di dover raggiungere le loro unita' navali a mezzo di elicottero o di motoscafo. Quando venivo verricellato o trasbordato era allora che sapevo che dovevo fare del mio meglio. Il soccorso in favore di naufraghi e profughi, provenienti perlopiù da Paesi dell'Africa centro-settentrionale, è stata la mia prima esperienza e la definirei quasi come un doppio battesimo, quello del mare e soprattutto quello professionale. E' stato in questo periodo che ho capito che l'assistenza infermieristica, soprattutto in circostanze emergenziali, si basa su concetti unici ed universali.

 

Alla fine del 2006 sono stato trasferito su una unità navale maggiore, Nave Maestrale, presso la base navale di La Spezia dove sono stato impiegato quale maresciallo infermiere addetto alla Componente Sanitaria. Oltre alle attività routinarie dell'infermeria di bordo ho partecipato ad una attivita' di navigazione durata cinque mesi ed e' stata in questa circostanza che ho avuto modo di interfacciarmi con colleghi infermieri della marina militare statunitense e spagnola.

Dopo un breve periodo di servizio prestato presso l'Ambulatorio di Medicina Generale dell'Ospedale Militare di La Spezia sono stato nuovamente trasferito presso una unita' navale, Nave Caio DUILIO, sempre presso la base di La Spezia, e dopo sette anni di imbarco su unita' navali da circa un mese sono in forza presso la Direzione di Commissariato della Marina Militare di La Spezia in qualità di Infermiere addetto alla Direzione dotazioni sanitarie.

 

 Quanti infermieri sono a servizio della Marina?

Attualmente l'organico comprende 576 Marecialli Infermieri e 13 Ufficiali Sanitari (logistici-amministrativi, provvenienti dal Ruolo Marescialli Infermieri) come riportato presso il censimento istituzionale reperibile sul sito della Marina Militare.

 

Di cosa si occupa un infermiere in Marina?

L'infermiere della marina militare si occupa principalmente di assistenza sanitaria ed infermieristica, sia a bordo delle unita' navali che presso i comandi e gli enti sanitari presso le basi navali. L'attivita' sanitaria puo' essere svolta sia in qualità di Capo Componente Sanitaria, laddove presso la nave non risulti tabellarmente prevista la figura del medico di bordo, che in qualità di addetto alla Componente Sanitaria di bordo.

Le attivita' principali svolte a bordo sono sia "preventive" (educazione sanitaria, applicazione dei protocolli vaccinali, campionamento e controllo della conformita' delle acque, supervisione del rispetto delle regole di igiene e profilassi delle tossinfezioni alimentari, sanificazione e disinfestazione) che "curative" (applicazione dei protocolli terapeutici sia nella gestione dei casi routinari che in in emergenza/urgenza).

 

Qual'è la carriera da infermiere in forza alla Marina? diventare Coordinatore o Dirigente?

Nel 2010, con il decreto legislativo del 15 marzo, n.66 – Codice dell'ordinamento militare – all'articolo 212 è stato stabilito che il personale infermieristico militare è articolato in conformità a quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006, n.43; nonostante ciò le Forze Armate ancora non hanno attualizzato e disciplinato la figura dell'infermiere coordinatore, dell'infermiere con funzioni specialistiche, tantomeno il ruolo della dirigenza infermieristica.

Qualche anno fa presso la marina militare sono stati indetti alcuni bandi di concorso per il transito di marescialli infermieri nei Ruoli Speciali degli Ufficiali del Corpo Sanitario. Tuttavia i bandi di concorso non prevedevano quale requisito indispensabile per la partecipazione il possesso di master in coordinamento, master per le funzioni specialistiche o laurea magistrale.

Il risultato, in Marina Militare, e' stato che ad oggi poco piu' di 10 unita' infermieristiche sono transitate nei Ruoli Speciali del Corpo degli Ufficiali Sanitari non possedendo i titoli accademici per coordinare e dirigere. Per quanto di mia conoscenza la stessa procedura e' stata adottata anche presso le altre Forze Armate.

 

Gli infermieri militari hanno l'obbligo di iscrizione ai Collegi provinciali della Federazione Nazionale IPASVI?

Parto dal presupposto che non essendo io un giurista, non ritengo di avere gli strumenti adeguati per poter chiarire senza ombra di dubbio la questione. In qualità di professionista sanitario coinvolto mi sento di poter menzionare alcuni riferimenti normativi utili. Il Codice dell'ordinamento militare, il decreto legislativo n. 66 del 2010, all'art. 212 sancisce che il personale infermieristico militare e' articolato in conformità a quanto previsto dalla L. 43 del 2006; la citata legge ribadisce a chiare lettere l'obbligatorietà di iscrizione all'Albo.

Qualcuno potrebbe asserire che quindi il dubbio sull'obbligatorietà non ha ragione di sussistere? Ebbene si sbaglierebbe! Nel 2010, infatti, la Direzione Generale della Sanità Militare, sentito il parere dell'Ufficio legislativo presso il Ministero Difesa, ha emanato una circolare con la quale ha diramato una interpretazione giurisprudenziale sull'obbligatorietà di iscrizione all'Albo da parte degli infermieri militari.

Secondo quanto dettato dagli Organismi Centrali militari, infatti, per l'infermiere militare "non sembra" applicabile tale obbligo. In qualità di professionista sanitario personalmente non posso che domandarmi cosa significhi in termini giuridici il termine "non sembra", e se il parere giurisprudenziale espresso da una Direzione Generale possa sovvertire l'obbligatorietà sancita da una legge.

Io non ho grandi dubbi, in Italia esistono concetti importanti quale quello della "certezza del diritto" nonchè quello della "gerarchia delle fonti" che potrebbe far trovare il bandolo della matassa, ma e' verosimile che non sempre vengano immediatamente valorizzati!

E mentre anche presso la Federazione Nazionale IPASVI la questione pare non sia ancora oggi del tutto chiara, io mi sento di sostenere che qualsiasi obbligo, ancor più se sancito da una legge, non può essere abolito da un atto avente valore inferiore della legge stessa, motivo per il quale, pur essendo io un militare, ho deciso di rispettare la legge ed iscrivermi all'Albo. Del resto non vedo il motivo per il quale io dovrei essere esentato dal pagamento della quota di iscrizione al Collegio Ipasvi mentre un mio collega civile debba invece essere obbligato.

Ma tutto ciò è e rimane una mia personale interpretazione mentre a chi di dovere resta il compito di confutare o smentire la libera opinione che ho espresso in qualità di professionista sanitario e quindi intellettuale.

 

Ringrazio personalmente il Maresciallo e Collega Emiliano Boi. Da oggi collaboratore di Nurse24.it per raccontare il suo ambito professionale e non solo. 

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