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Infermieri in ambito domiciliare, da Rignano Garganico il sindaco Di Carlo propone assunzione neo-laureati

di Angelo

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RIGNANO GARGANICO. "Portiamo gli infermieri nelle case dei cittadini, l'ASL foggiana deve ritornare a viaggiare al passo coi tempi e capire che è necessario riformulare l'assistenza agli anziani ricorrendo alla domiciliazione massiccia delle cure là dove possibile e necessario". Sono le parole di Vito Di Carlo, sindaco di Rignano Garganico in Puglia e Infermiere in pensione "ancora iscritto all'Ipasvi per scelta e per convinzione". Per Di Carlo la soluzione potrebbe dare lavoro a centinaia di infermieri disoccupati nell'intera provincia dauna, composta attualmente da una sessantina di comunità urbane.

"Nella sola Rignano - spiega il sindaco sessantenne - si potrebbero utilizzare 3-4 infermieri neo-laureati per occuparsi di pazienti che non necessariamente si devono rivolgere alle cure nosocomiali e per i quali basterebbero esclusivamente quelle infermieristiche. Basta solo volerlo e io mi matterò perché a livello provinciale e regionale ciò avvenga. La proposta del primo cittadino del più piccolo comune del Parco Nazionale del Gargano ci sembra sensata e più di voglia di reagire concretamente all'attuale situazione economica e soprattutto occupazionale.

 

"Il lavoro delle badanti e di care-giver non preparati è ormai obsoleto e scientificamente non più accettabile, spesso creano più danni loro della stessa patologia - aggiunge ai microfoni di Nurse24.it il vulcanico Di Carlo, che ha ricoperto anche incarichi di coordinamento infermieristico presso l'Ospedale "Umberto I" di San Marco in Lamis - non è più possibile attendere oltre e non è più possibile assistere a così tanti sprechi in sanità. Un anziano ben curato in casa (pensiamo alle lesioni da decubito, a quelle di natura vascolare, alla giusta nutrizione, alla giusta terapia, alla giusta infusione, al supporto psicologico e a quant'altro rientri espressamente nell'alveo della scienza infermieristica), costa meno alla comunità. L'anziano soddisfatto delle cure non si rivolge più agli ospedali e di fatto non è sradicato dalla comunità, dall'abitazione e dagli affetti nei quali è sempre vissuto".

 

E non è tutto. Il collega Vito parla anche della copertura finanziaria: "non servono soldi, l'Azienda Sanitaria Locale di Foggia già ce li ha, basta ridurre il numero di ricoveri come dicevo poco fa e pensare appunto ad un'assistenza di tipo domiciliare. Se oggi un paziente ci costa circa 500 euro di media per ogni giorno di ricovero, lasciandolo e curandolo a casa, sempre nei casi dove è possibile farlo, ci costerebbe esattamente la metà e in questa metà ci potrebbe essere spazio per l'assunzione in convenzione di infermieri. Penso a 3-4 infermieri ogni 1000 utenti anziani o inabili". Parole sacrosante quelle di Di Carlo ma che allo stato attuale cozzano con l'impreparazione del mondo manageriale sanitario dauno e pugliese, legato ancora a vecchie logiche spartitorie e ad un modo di fare politica ormai obsoleto e chiaramente clientelare.

 

"Mi rivolgo a voi di Nurse24.it perché siete giovani e vi seguo quotidianamente - conclude il sindaco rignanese - e mi rivolgo al Governatore della Regione Puglia Nichi Vendola, alla mia ASL di appartenenza e all'Assessore Regionale alla Sanità Elena Gentile perché si faccia presto e si accolgano le richieste di un sindaco-infermiere che conosce dal vivo sia la politica, sia l'assistenza infermieristica".

 

La convenzione? Ottima idea che potrebbe dare spazio a tutti quegli infermieri che vogliono scommettere nelle cure di nuova concezione e costituirsi in studi associati, in associazione o in cooperativa per mettere in piedi un sistema di domiciliazione dell'assistenza che oggi la stessa Azienda Sanitaria Locale non riesce a soddisfare a pieno regime. Seguiremo come quotidiano le vicissitudini di questa proposta e attendiamo con fiducia le idee costruttive di altri sindaci e di altri colleghi che vogliono dal basso rivedere il Sistema Sanitario Nazionale così come è concepito oggi.

 

Nella sola area del Piano di Zona di San Marco in Lamis, che comprende anche i comuni di Rignano Garganico, San Giovanni Rotondo e San Nicandro Garganico, si potrebbero impiegare con questo sistema dai 60 agli 80 infermieri.

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