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Infermiere denuncia tangenti per posti di lavoro al Monaldi di Napoli

di Redazione

Monaldi di Napoli

Ha deciso di riattivare il suo social account per aprire una vera e propria battaglia contro queste persone, società ma sopratutto questo sistema che sta denigrando la professione infermieristica nella città di Napoli.

Antonio Guizzardi è un infermiere che lavora lontano dalla sua famiglia da quasi otto anni. Ha conseguito la laurea in Infermieristica nella città di Napoli avendo successivamente anche il privilegio di lavorare per soli tre mesi, quelli estivi, come sostituto operatore socio sanitario. Inoltre, si sacrificava con assistenze notturne private a domicilio finché non decise di trasferirsi in una città del nord Italia. "Purtroppo mia madre ha subìto un intervento delicato all'ospedale Monaldi di Napoli e ho avuto la necessità di prestarle assistenza. Ho chiesto alla mia azienda un periodo di aspettativa non retribuita per sostenerla giorno e notte tra mura d'ospedale, quelle del Monaldi".

Antonio nota un volantino di denuncia, lo fotografa e lo pubblica. Qualcuno arrabbiato, che conosce il sistema, ha voluto andar contro il nuovo modo di far mafia scrivendo in anonimato. Da alcuni giorni, la lettera affissa sulle pareti del Monaldi, presidio ospedaliero dell'A.O. dei Colli di Napoli, è intestata agli organi politici e di stampa, nonché ai lavoratori che restano in silenzio. "La gente sa e ha sempre saputo tutto. medici, infermieri, oss, amministrativi e dirigenti conoscono quella realtà. Allora perché non cambia mai niente?"  Sanità e politica camminano con lo stesso passo, la corruzione è una malattia virale.

L'utilizzo del lavoro interinale è uno strumento per coprire le lunghe malattie e le maternità all'A.O. dei Colli. Unica in tutta la nazione, ha aumentato da 140 a circa 200 unità i lavoratori interinali, questi lavoratori sottopagati, sfruttati, sono mortificati nella loro professione, non hanno nessuna speranza di un futuro certo ed è prossima un'altra "infornata" di circa 50 giovani. Tutto questo a chi fa bene? Si mormora, nei reparti, nelle sale, nei corridoi, che per ogni contratto questi lavoratori hanno pagato fino a 5.000 euro e pagano una somma ogni mese. Il conto è presto fatto: 200 x 5.000 = 100.000 €. Il 40% alla Direzione Generale, il restante diviso tra sindacalisti (omertosi e conniventi) di tutte le sigle. Da gennaio 2015 sono stati assunti anche figli di noti sindacalisti (hanno pagato la tangente?).
 
Per questi motivi i concorsi sono bloccati, mentre vanno alla grande i lavori edili tanto che hanno realizzato un reparto "emoteca" dimenticando l'ingresso per i donatori e obbligando l'accesso per le scale antincendio. Un reparto di proprietà dell'ex presidente dell'ordine dei medici con tanto di fratello magistrato. A proposito, il nostro direttore generale è sotto inchiesta da parte della magistratura per lavori mai fatti al presidio ospedaliero Cutugno, ma con una delibera recente ha stanziato circa 260.000 euro per l'ascensore del reparto costruito senza ingresso (un favore tra amici). In questa azienda i lavoratori, i pochi rimasti, non hanno percepito le somme dell'intramoenia del comparto perché la dirigente prestatoci dal comune non ha tempo e, forse, non sa più dove sono finite queste somme.

Lettera denuncia

Lettera denuncia


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