L’estate è ormai partita e le spiagge italiane si sono riempite di turisti provenienti un po’ da ogni parte del globo terrestre. Con essi giungono nel nostro Paese le patologie e i portatori di inabilità croniche/acute gestibili direttamente dagli Infermieri . Scopriamo assieme come trasformare il vostro sapere in lavoro, in formazione sul campo e perché no in guadagno immediato.
Come iniziare a lavorare dopo la laurea, diventare impresa di sé stessi
Una fetta sempre più consistente di persone che viaggiano e vanno in vacanza lo fanno nella speranza di trovare nei luoghi di villeggiatura professionisti della salute pronti ad aiutarli nella gestione di stomie, lesioni cutanee e piedi diabetici, somministrazione di farmaci, controlli glicemici, controlli ematici (coagulazione), colture per ricerca di batteri, gestione cateteri vescicali, sostegno psicologico ed altro.
Vi siete appena laureati e non avete lavoro? Oppure siete disoccupati e non sapete come rimettervi in gioco dopo un periodo di breve/media/lunga stasi?
In questo servizio cercheremo di darvi dei consigli pratici, basandoci sull’esperienza di Infermieri Liberi Professionisti che hanno avviato la loro azienda partendo dalle esperienze lungo le coste del Bel Paese.
Devo aprire la Partita IVA per lavorare privatamente come Infermiere?
Dipende da quello che volete fare, perché la gestione di una P.IVA non è semplice ed è legata a delle spese, seppur minime, da supportare. Per chi inizia a lavorare per la prima volta e non ha dei finanziamenti alle spalle il consiglio è di aspettare e di analizzare/verificare attentamente la richiesta di mercato.
Proseguiamo per gradi.
Cosa non bisogna assolutamente dimenticare?
- Iscriversi al Ordine professionale di riferimento per garantire ai possibili futuri pazienti che siete dei veri professionisti abilitati alla professione, aderenti ad un albo nazionale;
- Dotarsi di una buona assicurazione per Infermieri per la copertura dei rischi professionali nell’ambito civile e penale;
- Iscriversi alla gestione separata della cassa previdenziale ENPAPI, la cassa previdenziale degli Infermieri (non è solo per gli Infermieri Liberi Professionisti puri, ovvero dotati di P.IVA);
- investire un minimo di capitale (servono circa 500 euro ) per acquistare presidi sanitari e medicamenti: soluzioni
fisiologiche monouso, garze sterili, cerotti medicati, disinfettanti, gel per l’igiene delle mani, guanti non sterili, guanti sterili, sacchi monouso per lo smaltimento dei rifiuti biologici, aghi e provette per prelievi, contenitore per smaltire aghi e taglienti, laccio emostatico, creme idratanti e riepitelizzanti per stomie, ghiaccio, cotone germanico, accessi venosi periferici, sfigmomanometro e fonendo, glucometro, saturimetro ed altro; - acquistare una borsa comoda con vari scomparti per riporre in modo ordinato tutti i presidi acquistati;
- munirsi di una divisa (è estate, un pantalone sottile di tuta e una t-shirt vanno bene, meglio se di colore chiaro, ma vanno bene anche il verde, l’arancione e il blu scuro);
- acquistare scarpe comode e chiuse ;
- munirsi di un mezzo di locomozione (anche una bici nelle zone balneari va bene);
- acquistare un blocco per le ricevute fiscali (lo trovate in cartolibreria);
- acquistare un timbro con il vostro nome, il vostro cognome, la scritta in evidenza “Infermiere”, il vostro codice fiscale e il cellulare;
- dotarsi di un’ agenda per gli appuntamenti (anche elettronica);
- dotarsi di uno smartphone dotato di accesso dati Internet (Google Calendar potrebbe essere utile per gli appuntamenti e Google Maps per spostarvi e trovare subito i vostri clienti, che possono inviarvi la loro posizione tramite Whatsapp).
Consigli utili?
- acquistate 2-3 T-shirt e personalizzatele: basta una stampa “Infermiere” sul retro e una all’altezza del cuore; chi vuole e può può inserire anche il proprio numero di cellulare, la propria e-mail e il proprio sito internet;
- fate capire con degli appositi loghi che siete rintracciabili anche attraverso i social-media (Pagina Facebook e WhatsApp possono a volte rivelarsi indispensabili soprattutto in presenza di utenti giovani o di mezza età);
- stampate dei bigliettini da visita e usateli con parsimonia; potreste usarli per esempio per farvi ricontattare dai pazienti che avete assistito o ai loro care-viver;
- stampate dei volantini pubblicitari molto semplici, dove potete indicare i servizi che offrite (attenzione a non utilizzare il logo dell’Odirdine);
- i volantini potete utilizzarli come veicolo per pubblicizzare la vostra offerta professionale lungo le spiagge, nelle farmacie, negli alberghi - b&b - affittacamere, nei ristoranti, nelle discoteche, nei luoghi di divertimento, nei musei e in altri luoghi di ritrovo);
- dotatevi di una vostra Pagina Professionale su Facebook (è gratis);
- se potete, ma non è obbligatorio, dotatevi di un sito internet (ci sono ancora dei servizi gratuiti in giro sul Web), dove spiegate al vostro possibile cliente quello che siete in grado di fare e avanzate in modo semplice la vostra proposta d’assistenza.
Va precisato che per i bigliettini da visita e per i volantini occorre fare molta attenzione: esistono Linee guida sulla pubblicità sanitaria. Per l’utilizzo di tale strumento,come ricorda la Federazione Nazionale degli Ordini nel suo Vademecum del Libero Professionista, è richiesto al professionista di attenersi a delle regole non solo di natura giuridica, ma anche di natura deontologico professionale, con lo scopo di mantenere un’immagine corretta della professione, utilizzando forme pubblicitarie e linguaggi consoni ad una professione intellettuale.
Strategie commerciali da adottare?
l’aspetto fisico spesso fa la differenza nel campo delle professioni sanitarie, per cui curatevi:
- i capelli ben tagliati e corti per gli uomini, curati e/o legati per le donne;
- dotatevi di tanta pazienza e di un bel sorriso , mai di facciata, ma sincero;
- date sempre la mano al vostro cliente e ai suoi familiari , vi aiuterà ad entrare con lui (loro) in empatia e favorire l’adesione alla vostra azione assistenziale.
Cosa bisogna evitare di fare?
Una è fondamentale: se non avete mai praticato l’assistenza in un campo specifico evitate di farlo per la prima volta davanti ad un paziente; potreste commettere un errore fatale e
compromettere per sempre la salute del vostro utente e la vostra vita professionale, con possibili ripercussioni in ambito civile e penale.
Sicuro che non va aperta la P.IVA?
No, si tratta di prestazioni occasionali e non durature nel tempo. La P.IVA non va aperta se non superate una soglia minima di fatturato, ma tutto va registrato e certificato con una ricevuta fiscale. Nel caso contrario occorre mettersi in regola e per farlo bisogna rivolgersi ad un commercialista che abbia esperienza nel campo delle professioni sanitarie. Di solito i Collegi IPASVI sanno fornire questo genere di informazione.
Provate a mettervi in gioco e fatelo da soli : non dovete convincere nessuno se non voi stessi!
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