L'urlo rivolto ai vertici regionali: "noi Infermieri, medici e tutte le professioni sanitarie coinvolte nella sanità siciliana ci impegniamo costantemente a garantire la qualità nelle cure erogate, nonostante le difficoltà"
In tutto il mondo la Giornata Internazionale dell'Infermiere. Ma quello che dovrebbe essere un giorno di festa, è invece l'occasione per fare il punto sulla mala sanità in Sicilia.
"Non abbiamo molto da festeggiare a causa di una sanità malata, che coinvolge maggiormente quella siciliana. È sotto gli occhi di tutti lo sfacelo in cui versano gli ospedali della nostra regione e le difficoltà economiche di tutte le aziende sanitarie", è la denuncia del Cni-Fsi.
Facendo un giro nei pronto soccorso, soprattutto delle grandi città, i pazienti sono posizionati nelle barelle lungo i corridoi degli ospedali, con attese interminabili. Alcuni pronto soccorso ormai sono costretti ad assistere i pazienti che dovrebbero essere dirottati nei reparti degli ospedali, perché non ci sono posti letto. Da qui la confusione e, spesso, la violenza contro infermieri e personale sanitario da parte di pazienti e parenti stanchi di aspettare otto, dieci ore.
Il Piano di Rientro della Sicilia con il Governo è stato siglato il 31 luglio 2007 e ha previsto una serie di interventi per il recupero del disavanzo sanitario, di tagli selvaggi alla spesa e ai servizi sanitari regionali senza fine, dagli approvvigionamenti di farmaci ai presidi e al blocco delle assunzioni, dalla rimodulazione della rete ospedaliera di ridurre i posti letto che imponeva alla regione da parte del governo centrale, ma soprattutto dall’eccessivo sperpero di denaro pubblico evidenziato più volte dalla Corte dei Conti della politica che anche attraverso i Direttori Generali, non ha saputo programmare nei modi e nei tempi dovuti le risorse a disposizione. A far lievitare in modo considerevole la spesa, sono state anche le assunzioni indiscriminate di dirigenti e delle migliaia di persone assunte per il SUES 118 con il governo Cuffaro.
Principalmente oggi la Fsi-Cni Sicilia si stringe a tutti i colleghi, professionisti che lavorano seriamente negli ospedali siciliani, specialmente ai neolaureati, disoccupati o costretti a lavorare fuori regione e con il sogno di farlo in Sicilia, un miraggio, oggi in difficoltà in un abbraccio di vicinanza e incoraggiamento.
"Dopo il caso della piccola Nicole è calato il silenzio, in primis della politica - conclude Calogero Coniglio - per noi no, per noi Infermieri è un motivo in più per fare sempre meglio, perché non si faccia di tutte l’erbe un fascio e perché si faccia di tutto al fine di non ripetere certi gravi errori e non succedano più queste cose orrende. L’assessorato ha fatto sapere che a giorni saranno trasmessi i criteri per la rideterminazione delle dotazioni organiche delle aziende sanitarie siciliane, ci chiediamo se ora le figure sanitarie aumenteranno o meno, se il Presidente Crocetta e l’Assessore Borsellino si farebbero assistere e operare da infermieri e medici stressati e demotivati. È ora che trovino il coraggio di invertire la tendenza che si è avuta in questi ultimi anni, molti dirigenti e funzionari in più, tanti infermieri e figure sanitarie in meno. Non possono nascondersi dietro i tagli imposti dal governo centrale per poi non prendere provvedimenti concreti per la salute dei cittadini e degli operatori sanitari. È fisiologico che con un servizio con poche figure professionali, le liste d’attesa aumentano e i pazienti non trovano posto, che i CUP così organizzati non funzionano, paghiamo le tasse ed è diritto di tutti accedere a un servizio. Le Responsabilità sono della politica nazionale e regionale.
Cari Presidente e Assessore, noi Infermieri, medici e tutte le professioni sanitarie coinvolte nella sanità siciliana ci impegniamo costantemente a garantire la qualità nelle cure erogate, nonostante le difficoltà."
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