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Salvare una vita, si può anche senza essere eroi sapendo cosa fare.

di Alessio La Monica

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TREVISO. Non bisogna essere eroi, avere chissà quali conoscenze mediche per contribuire a salvare una vita, basta frequentare un semplice corso rivolto alla popolazione. Questo è il messaggio che Gloria Busatto e Sara Battistella, due infermiere di Treviso, lanciano dopo aver loro stesse salvato una vita lo scorso 12 ottobre.

Entrambe, in attesa di impiego quali infermiere, Sara già laureata in aprile e Gloria prossima alla laurea entro pochi giorni, attualmente lavorano come cameriere presso la pizzeria da “Pino” in strada Ovest a Treviso, e la loro passione volta all'assistenza infermieristica le spinge a valutare il futuro cercando reali possibilità per svolgere la propria professione.

 

Durante la ricerca, l'invio di curriculum e gli innumerevoli concorsi pubblici per infermiere che mostrano sempre di più quanto sia enorme il bacino da cui attingere risorse umane per le aziende, quindi riducendo le possibilità per le migliaia di candidati, si imbattono nelle offerte di lavoro delle compagnie navali che cercano professionisti sanitari per le proprie crociere, requisito fondamentale, oltre alla laurea abilitante, avere le certificazioni per le manovre rianimatorie salvavita.

 

Ecco la possibile svolta, Gloria e Sara seguono i vari corsi, tra cui il corso di Rianimazione Cardio-Polmonare Pediatrica comprensiva delle manovre per la disostruzione pediatrica, proprio poche settimane prima dell'inaspettato evento.

 

Il resto della storia lo conosciamo bene, ampiamente raccontato da tutti i giornali. Domenica 12 ottobre verso le ore 21 circa, Sara sta servendo a un tavolo e si accorge che una bimba di poco meno di un anno che poco prima tossiva ora non tossisce più, anzi, inizia a diventare cianotica, intorno a lei tanti adulti che, come possiamo ben comprendere, sono attoniti e paralizzati dal panico, quindi decide di intervenire!

 

Tranquillizza la madre, per quanto possibile, qualificandosi non come infermiera ma come abilitata e conoscente delle manovre di rianimazione, la madre le affida la piccola e dopo una manovra − eseguita come il corso egregiamente insegna − la bambina espelle il corpo estraneo e successivamente il grande e liberatorio pianto, ora la bimba respira e si fa sentire bene!

 

Sara, con l'aiuto di Gloria chiamata in supporto, verifica le condizioni apparenti della bambina e contatta il 118 che rassicurato delle funzioni vitali presenti invita i genitori a recarsi al Pronto Soccorso per un controllo generale.

 

Sara e Gloria sono un vero esempio, ma non per il gesto compiuto, ma per quello che ne segue.

 

Le due ragazze hanno in mente ben chiaro il senso di tutto ciò che è accaduto, dare un messaggio a tutti: non serve essere dei sanitari, basta frequentare i tanti corsi rivolti alla popolazione per sapere cosa fare correttamente, per non lasciarsi prendere dal panico e salvare una vita.

 

Sara e Gloria sono un vanto di umiltà, lo diciamo con piena convinzione perché parlando con loro si percepisce quanto siano consapevoli di aver solo svolto il proprio dovere civico di aiutare chi è in difficoltà, questo è il paese che ci piace vivere!

 

Brave!

 

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