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Gentile Infermiere camminiamo insieme

di Pietro Caputo

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Gentile Infermiere,

ti scrivo perché potresti esserti perso, perché quando entri nel complicato e complesso mondo dell’organizzazione sanitaria è facile illuminarsi di luci “eversive”.

Parole “difficili” per far apparire sconosciuto un mondo facile.

 

Gentile Infermiere, sei all’interno di un percorso, sei il compagno di un viaggiatore non privilegiato, quel viaggiatore si chiama persona, si chiama paziente.

 

E’ paziente chi percorre una strada scritta da altri, che dovrà percorrere quando meno se lo aspetta, perché obbligato nel ricercare la salute.

I percorsi,  l’evoluzione della “vicinanza tra strutture”, il collegamento, la rete, o meglio ancora “stanze dello stesso corridoio”.

 

Gentile Infermiere se ti chiedi chi sei, cosa sai fare e soprattutto perché, allora guardati intorno, sei il pezzo di un percorso.

 

Da qui apri gli occhi e il cuore e ragiona, le tue competenze devono essere quelle necessarie a soddisfare le esigenze in quel pezzo di “corridoio”, il tuo profilo professionale è lo stesso del tuo collega che vedi più avanti o più indietro, ma le vostre competenze cambiano.

 

Immagina una mappa, immagina una grande mappa, tante strutture, disposte qua e là tra colline e valli, tra mari e fiumi, senza le Relazioni, questa mappa non diventerà mai un territorio.

 

Gentile Infermiere, tu, almeno tu, ragiona nella logica dei Percorsi, perché quando purtroppo sarai Paziente, allora vorrai un compagno di viaggio, un supporto nel tuo cammino, una mano da stringere per percorrere quel corridoio insieme.

 

Buon cammino.

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