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Elezioni Ipasvi Milano, il quorum è un falso problema

di Mimma Sternativo

Il Presidente del Collegio Ipasvi di Milano, Lodi, Monza e Brianza, Giovanni Muttillo risponde alle polemiche circa il quorum del 10% non raggiunto alle elezioni per il triennio 2015/2017 in occasione dell'audizione della 3ª Commissione Sanità e politiche sociali riguardante il tema della sicurezza al pronto soccorso dell'A.O.L. Sacco del 29 ottobre 2014. 

"Per la prima volta abbiamo toccato un numero importante di elettori pari a 1500 persone. Il nostro gruppo è stato riconfermato, abbiamo avuto più di mille voti. Ci sono stati altri due gruppi e si è svolta una competizione molto vivace e interessante; per cui noi siamo contenti della fiducia da parte degli elettori di riconfermarci in continuità dell'esperienza e della competenza messa sul campo in linea con lo sviluppo di nuove competenze sul territorio della professione infermieristica e soprattutto per dare orgoglio alla professione in questo periodo".

 

"Non è un caso che oggi abbia partecipato in regione ad un incontro importante per poter valutare quali sono gli aspetti emergenti della professione, come quello delle aggressioni in pronto soccorso. Abbiamo partecipato ad un'audizione in commissione sanità con l'organizzazione sindacale FIALS, con tutto il gruppo del consiglio regionale e abbiamo fatto richiesta di un tavolo permanente per far emergere le problematiche dell'assistenza, soprattutto quelle legate alla sicurezza e alle aggressioni non soltanto fisiche ma anche verbali. Intendiamo fare un percorso per chiedere di intervenire su tutto il territorio regionale".

"Per tornare alle elezioni durante tutto il periodo della campagna elettorale fino alle elezioni e alla proclamazione ho avuto modo di registrare da parte di alcuni competitor toni aspri e, se posso dire, colpi bassi. C'è qualcuno che sta paventando l'ipotesi di un ricorso rispetto al fatidico problema del quorum e non so se lo stia facendo per interessi pubblici o personali. Il Dlgs del capo provvisorio dello stato n 233 del 1946 prevede il raggiungimento di un quorum pari al 10% e i voti espressi da tale percentuale di iscritti devono essere in ogni caso non inferiori al doppio dei componenti del consiglio".

"Tuttavia storicamente a livello regionale,ma anche nazionale questo numero non è mai stato raggiunto nel 100% dei collegi. Abbiamo a tal proposito due pronunce contrastanti della Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (anno 2008 e anno 2009). Noi nell'interesse della comunità professionale abbiamo proceduto,così come prassi consolidata, nella proclamazione dei risultati e poi abbiamo distribuito le cariche e rinnovato il consiglio direttivo all'insegna del nostro obiettivo principale:la collaborazione e il confronto".

"Credo vada dato ampio rispetto e riconoscimento alla scelta dei 1500 colleghi che si sono presentati alle urne e hanno scelto di legittimare questo organismo. Il problema del quorum è un falso problema, non possiamo far riferimento a una normativa che risale al periodo del 1946 o all'insieme di tutte quelle norme oramai superate e obsolete. Stiamo lavorando per sostenere un rinnovo legislativo e regolamentario della professione".

"Noi intendiamo dare garanzia, continuità e un assetto organizzativo di rappresentanza degli oltre 23000 iscritti al collegio delle tre province".

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