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E' tempo di coesione ma ognuno faccia la sua parte

di Gianluca Auriemma

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REDAZIONE. "Mi piacerebbe che questa fosse una pagina in cui scambiare idee, attivare confronti e fare analisi anche critiche, dialogare insomma. Questo purtroppo da parte di alcuni non si sta verificando. Questo costringe a stabilire delle regole di comportamento. Pertanto: nel pieno rispetto della libera espressione, delle idee di ciascuno ogni posizione sarà benaccetta purché orientata a un confronto costruttivo. Non lo sono, invece, le offese gratuite, la maleducazione e le polemiche sterili. Verranno cancellati quindi tutti gli interventi che contengono espressioni e/o termini derisori e offensivi della dignità delle persone e lesive dell’immagine della professione; introducono elementi che possono turbare un clima di confronto civile e democratico. Verranno inoltre  cancellati i commenti identici copiati su più post. Invitando tutti al rispetto di questi elementari principi di netiquette, vi ringrazio della vostra collaborazione".

 

Questa la dura presa di posizione di Annalisa Silvestro, postata martedì 1 Ottobre alle 23,58 nella sua pagina facebook. Sono stati giorni di dure polemiche tra la Presidente dell'Ipasvi e alcuni infermieri, in una discussione, sempre nella sua pagina, riguardante un Rapporto dell'Università di Tor Vergata che indicava un esubero di infermieri nella cifra di 28.800 unità. 

 

Personalmente non amo partecipare alle discussioni sui social network perché spesso tutto evolve in una rissa da bar, in senso figurato ma pur sempre si assiste a delle scene pietose dove tutti dicono il contrario di tutto. E' facile offendere nascosti dietro ad uno schermo, molto più difficile esporre dal vivo un'idea che meriti di essere ascoltata, senza l'ausilio del computer a coprirci le spalle.

 

Nonostante tutto è d'obbligo un confronto civile, dove idee, proposte e progetti nascano con lo scopo di risolvere il tragico momento in cui versa la nostra professione. In qualunque scenario venga fatto non importa, basta che si inizi.

 

Attenzione, non sempre i problemi devono essere risolti dall'alto. Non aspettiamoci le soluzioni ai problemi provenienti unicamente dalla Silvestro o dal nostro governo. Partiamo dal basso, partiamo dalle nostre realtà. Promuoviamo il risparmio e tiriamo fuori il coraggio di denunciare gli sprechi e le ingiustizie. Le assunzioni e le promozioni sospette. Facciamo tutti quanti la nostra parte.

 

E anche giusto che la parte infermieristica ipercritica e mai propositiva si faccia da parte. Non ce lo possiamo permettere. Non possiamo pretendere 100 quando lo Stato Italiano può dare massimo 50. Siamo una nazione che da troppo tempo vive una fase tragica di crisi economica, sociale e culturale. La Grecia è pur sempre vicina, non dimentichiamocelo.

 

Bisognerebbe trovare la soluzione di tre, a mio modesto parere, problemi che affliggono e/o bloccano la crescita del mondo infermieristico:

  1. maggiore presenza dell'Ipasvi a partire dai media fino ad arrivare alla presenza nei luoghi di lavoro per sentire il collegio "nostro" e avere maggiori tutele;
  2. numeri chiari sul fabbisogno nazionale infermieristico onde evitare "speculazioni" governative di tagli al personale;
  3. lotta al potere politico della "casta" medica.

 

Uniamoci tutti, senza appartenenze sindacali, politiche o di convenienza. Siamo una grande forza ma ancora non ce ne siamo, o non ce ne vogliamo, rendere conto. E' tempo di andare tutti nella stessa direzione.

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