Simona, sostiene di essere l'autrice dello studio che ha reso possibile sviluppare quello che sono oggi gli ospedali di comunità
Gentilissimo Direttore,
la mia storia comincia dalla fine.
A luglio 2013 mi autodiagnostico un nodulo al seno sinistro che si è confermato essere un carcinoma duttale infiltrante. Vengo operata il 9 agosto e inizio la chemioterapia il 10 settembre dello stesso anno, il 6 maggio finisco anche la radioterapia, sono in malattia grave fino alla fine di settembre. Sono madre di due bambine di 5 e 9 anni e felicemente sposata. Questa è la mia attuale situazione.
La mia storia del mio progetto comincia, invece, il 29 novembre del 2002, giorno della discussione della tesi al Diploma di Laurea dell’Università di Udine, sezione di Pordenone, con lo studio sull'Ospedale di Comunità di Maniago (PN) che mi ha dato grande soddisfazione fare.
In questo studio, dopo l’analisi dei dati, il confronto con la realtà inglese e le nuove figure emergenti in ambito sanitario, ipotizzo che l'Ospedale di Comunità possa essere gestito dagli infermieri specializzati con master in geriatria, sanità pubblica, area critica, case manager, ecc.. diventando la prima struttura a gestione totalmente infermieristica.
Nel marzo 2003 prendo la Laurea di Primo livello e ridiscuto la tesi, sintetizzando il lavoro e rendendolo molto più operativo. Questo lavoro di sintesi non è mai stato reso pubblico, a differenza della Tesi del 2002 che è stata messa on-line sul sito infermieri.com.
Inizio a lavorare al Santa Maria della Misericordia di Udine nel 2003 nel reparto di Oncologia, al quale sono tuttora affettivamente molto legata.
A fine ottobre 2008 entro in Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche di Trieste con l'obiettivo di acquisire le conoscenze necessarie a realizzare questa nuova struttura; concludo il percorso di studi a febbraio 2011.
Negli anni, il progetto ha preso sempre più forma e si è evoluto, perfezionato, trovato le soluzioni alla sua sostenibilità.
Nel 2009, con l'inizio da parte del Governo delle nuove riforme, invio una e-mail all'allora Ministro della Salute Sacconi (17/09/2009) dove allego una relazione sul mio progetto e sulle possibili ricadute a livello di professione infermieristica, miglioramento della salute della popolazione e risparmio economico, e la tesi sull'Ospedale di Comunità. Non ottengo nessuna risposta.
Al Ministro Sacconi gli succede il Ministro Fazio ed anche a lui (07/07/2010) scrivo la stessa e-mail con gli stessi allegati ma non ottengo risposta.
Il 29/11/2011 scrivo alla Presidente Annalisa Silvestro la stessa e-mail con gli stessi allegati ma non ottengo risposta.
Nell'editoriale n°5 del 2012 la Presidente Silvestro sottolinea con soddisfazione il fatto che nella Bozza Balduzzi si menzionano gli Ospedali di Comunità gestiti dagli infermieri; allora le scrivo chiedendole se si riferivano al mio studio ed alle mie e-mail, ma non ottengo risposta.
Nel frattempo continuo la mia vita, conosco due persone, Sergio e Donatella, che credono in me e nel mio progetto ed esso si amplia e si integra anche con i loro. Ciò mi dà il coraggio di farmi avanti anche con l'Assessore alla Salute della mia Regione, il Friuli Venezia Giulia, la dott.ssa Telesca, alla quale il 25 settembre 2013 consegno direttamente il progetto con la rilettura, questa volta, della tesi sull'Ospedale di Comunità. A tutt'ora il progetto è ancora al vaglio della Tecnostruttura regionale.
Adesso, però, tutti parlano di questo progetto e in alcune regioni sono anche già partiti. Emblematici sono gli esempi della Asl di Ferrara e dell’Ipasvi di Venezia. Nel primo caso, il 1° giugno sono stati aperti gli O.C. di Copparo e Comacchio.
Nel Modello Organizzativo Assistenziale della ASL di Ferrara, si parla esplicitamente della presa in carico del paziente da parte di un infermiere Case Manager. In questo caso il Direttore Generale dell’Asl è il dott. Paolo Saltari, che guarda caso è citato nella mia tesi nei ringraziamenti iniziali perché all’epoca era il Direttore Sanitario di Pordenone.
Il secondo caso fa riferimento alle parole del presidente dell’IPASVI di Venezia, dott. Schiavon, che chiede a gran voce l’apertura degli O.C. perché porteranno nuove assunzioni e saranno gestiti dagli infermieri Case Manager. Il dott. Schiavon è stato mio docente all’Università di Pordenone ed era presente alla mia discussione di tesi nel 2002.
Di tutto quanto detto ho le prove.
Oggi sono ancora in attesa che qualcuno mi chiami per riconoscermi il merito di questo progetto e confido ancora nella giustizia e nella verità.
La ringrazio per avermi dato la possibilità di raccontare la mia storia.
Simona Fiorese.
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