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Danilo Massai: attenzione siamo senza una politica organizzativa infermieristica

di Rosario Scotto di Vetta

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PUGNOCHIUSO. "Manca un progetto politico sulla professione infermieristica". Lo rende noto a gran voce il Presidente dell’IPASVI di Firenze, che ha vissuto in prima persona l’evoluzione normativa nell’ultimo ventennio, Danilo Massai.

“In Italia abbiamo avuto negli anni '90 e i primi del 2000 un progetto politico professionale ben definito. Dal 2007 il progetto è andato sfumando fino a perderlo completamente nel 2010. Qualsiasi scelta andremo a fare nel sistema, potrà solo essere considerata un cerotto”.  Secondo D. Massai la causa è da individuare nella crisi economica, considerata come una crisi valoriale dove sia gli infermieri e gli stessi studenti ci hanno rimesso molto.

 

“Manca un progetto politico sulla professione infermieristica da troppi anni”. La beffa che racconta il Presidente sa dell’inverosimile. A Firenze sono stati stanziati dalla Regione Toscana 28 milioni di euro per il Corso di laurea in Infermieristica, soldi che sono serviti per parare i debiti del Corso di laurea in Medicina.

 

In Svizzera, così come altri paesi europei, hanno lanciato un progetto politico sull’Infermieristica che durerà fino al 2020. Le università, i governanti e i politici dovranno attenersi a quel progetto avendo una responsabilità di governo della professione all’interno del sistema sanitario nazionale.  

 

La rabbia è esplicita. In Toscana tra un Oss e un Infermiere ci sono solo 60 euro di differenza. “Agli infermieri chiediamo tre anni di laurea e un’esperienza iniziale che dovranno conseguire all’estero. E in Italia faranno un po’ gli infermieri, un po’ gli Oss e un po’ gli impiegati e qualche volta, come accade nelle RSA, si prendono anche qualche responsabilità medica.”

 

“I Master Universitari e la laurea specialistica in Italia sono falliti e le università stanno rivalutando la loro utilità” esclama il Presidente. “Se vogliamo evolvere la nostra professione dobbiamo insistere sull’organizzazione” esorta a gran voce.

 

L’infermiere oggi resta il responsabile del processo assistenziale e di salute del paziente. “I medici hanno una vaga idea del concetto di competenza. Se medici e infermieri si mettessero d’accordo di sicuro l’infermiere non andrebbe a caccia della diagnosi medica e chi lo fa – conclude Massai – è perché non ha ancora un orientamento della professione ben definito.” 

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