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Well-Paid Nurses are Good Nurses

di Andrea Cataldo

AlessandroFedele

Intervista ad Alessandro Fedele: "Infermieri ben pagati sono buoni infermieri".

BOLZANO. Alcuni giorni fa ci ha colpito l’articolo apparso su Alto Adige in merito alla ricerca effettuata dal prof. Alessandro Fedele, docente della Facoltà di Economia della Lub di Bolzano, sulla teoria intitolata: Well-Paid Nurses are Good Nurses, per analizzare nel dettaglio la ricerca abbiamo contattato ed intervistato il Prof.re.
La notizia si è diffusa in maniera virale in tutto il mondo infermieristico suscitando interesse, anche se ci viene confidato che a contattare il Professore è stato solo Nurse24.it.

Abbiamo chiesto chiarimenti in merito alla ricerca, dato che ribalta l’impostazione esistente in letteratura.
Fedele spiega che: “La ricerca è stata presentata in occasione di più meeting: al meeting degli economisti degli atenei dell’Euregio, l’Euregio Economics Meeting ad un convegno di economia sanitaria a Lugano ed anche all’Associazione Italiana degli Economisti del Lavoro e degli Economisti Sanitari a Cagliari. Mi fa piacere approfondire questa ricerca per spiegare che nella letteratura economica di riferimento vi sono una serie di lavori (non tanti), pubblicati su riviste scientifiche prevalentemente di economia sanitaria, che si occupano del livello di remunerazione non solo degli infermieri ma in più in generale di quelle che si chiamano professioni vocazionali. Questi lavori sono lavori teorici cioè basati su modelli matematici, non hanno dati di riferimento e non sono lavori scientifici. I lavori teorici esistenti sostengono che bisogna pagare meno gli infermieri perché alzando gli stipendi verrebbero attirate persone non motivate. Questi lavori non si riferiscono ad una particolare realtà, per cui la loro impostazione è generica, ma la domanda di ricerca è il fatto che la popolazione nei paesi ricchi sta invecchiando ed i servizi infermieristici e di cura alla persona risultano essere sempre più necessari nonostante ad oggi a livello globale vi è una carenza di infermieri rispetto al fabbisogno, per cui questi autori si sono chiesti cosa fare per poter attirare nuove persone a questa professione, ossia ragazzi e ragazze che si vogliono iscrivere a scienze infermieristiche, in letteratura vengono chiamati offerta di lungo periodo (persone che devono decidere cosa studiare). La letteratura quindi sostiene che alzando gli stipendi verrebbero attirate più persone in termini quantitativi ma sorgerebbe un problema dal punto di vista qualitativo legato alla logica della professione infermieristica come vocazione, in quanto in economia si studia il reclutamento di una professione dal punto di vista qualitativo. La persona che deve decidere se dedicarsi alla carriera infermieristica o ad un'altra confronta i flussi attesi ossia i benefici monetari e non, legati alle due scelte (infermiere o professione alternativa). Gli articoli esistenti confrontano due potenziali infermieri: chi ha la vocazione e chi non ha la vocazione. L’ infermiere che sta decidendo ed ha una potenziale vocazione è disposto a studiare infermieristica per un salario più basso, compensando il gap salariale con una sorta di motivazione o beneficio psicologico che deriva dal fatto di essere motivato ossia di avere questa vocazione”.

Questa teoria convince poco il Prof. Fedele che utilizzando un approccio scientifico analizza l’effetto di un incremento salariale su una serie di professioni tra cui anche l’infermiere; questi lavori confrontano un pool di persone attratte alla professione infermieristica in due istanti del tempo diversi, per livelli salariali diversi, attraverso varie metodologie in vari paesi (5 o 6 articoli), i risultati di questi lavori sono tutti contrari rispetto a quello che racconta la letteratura esistente. Si evince che sia la competenza delle persone attratte sia il loro livello motivazionale misurato con questionari aumenta se il salario è più alto.

Aumentando lo stipendio si attraggono sia persone più competenti che persone motivate, a prescindere dalla vocazione. E’ venuta meno quindi quell’idea che un infermiere è disposto a lavorare per meno soldi, ed anche la teoria che alzando lo stipendio verrebbe attirata gente legata ad un discorso economico.

Spiega inoltre Fedele: “Dato che il risultato teorico non mi sembrava convincente, e tenendo conto di questi risultati ho sviluppato questo nuovo modello chiamato: Well-Paid Nurses Are Good Nurses (Infermieri ben pagati sono buoni infermieri). Questo è un modello standard in microeconomia, economia del lavoro, che porta a ribaltare il risultato è a dimostrare che alzando i salari si attirano persone motivate. L’intuizione sta nell’aver studiato la letteratura psicologica in merito alla motivazione dei lavoratori e in particolare degli infermieri, rendendomi conto che la definizione di vocazione che gli davano non era adatta a presentare quello che veramente si osserva nella realtà infermieristica.

La letteratura psicologica di riferimento è la Teoria dell’Autodeterminazione che studia la motivazione umana a far qualsiasi attività; analizzando questa teoria generale e confrontandola con degli studi fatti nel nord Europa sulla motivazione degli infermieri negli ospedali dell’Estonia e in Giappone, l’impostazione della vocazione non corrisponde alla realtà. Questo tipo di motivazione si chiama motivazione intrinseca ossia lo stimolo che porta ad intraprendere un’attività poiché è di per sé motivante. In questo caso l’individuo si attiva per divertimento o per sfida senza un vero interesse verso ricompense o pressioni esterne.

Ed è su questo tipo di motivazione che si basano i lavori precedenti per giustificare il loro risultato.

Mentre ad essere attratti verso questa professione è la motivazione estrinseca, si decide di intraprendere questa attività non perché mi piace proprio tutto quello che andrò a fare ma perché contribuisco con questo lavoro a realizzare un valore sociale positivo come ad esempio assistere le persone malate; chi decide di fare l’infermiere dentro di sé questo valore importante che viene messo in campo come ad essere una forma di altruismo, un contributo che si ritiene essere personalmente e socialmente valido.

Come mai è nata questa idea di studiare la motivazione infermieristica? Mi occupo della selezione nel mercato del lavoro e di capire cosa spinge le persone a scegliere un lavoro anziché un altro proprio per lavori particolari, ed ho anche un filone di ricerca sui politici ma in quel caso la mia ricerca trova un risultato opposto ossia che pagandoli troppo si attirano persone sbagliate.

Ha intenzione di approfondire altri aspetti riguardo la professione infermieristica dal punto di vista economico? Al momento non ho progetti al riguardo, mi piacerebbe l’ idea di fare degli esperimenti poiché in economia negli ultimi anni si sta sviluppando la cosiddetta economia sperimentale che è un’alternativa alla ricerca, si mettono delle persone in laboratorio informatico e si fanno fare delle scelte a seconda del problema che si vuole analizzare, delle scelte che dovrebbero replicare quello che loro fanno nella vita reale, mi piacerebbe capire se la mia teoria si potrebbe testare dal punto di vista sperimentale.

Andrea Cataldo

Infermiere
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