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In pillole

Cura dei tumori senza chemioterapia e nuove scoperte sui calcoli al fegato

di Elvira La Montagna

CelluleSTaminali

Se ne discute a Pescara e Genova e rispettivamente presso l'Ospedale "Santo Spirito" (intervento con cellule staminali) e l'Ospedale "Galliera" (intervento con nano-telecamere).

PESCARA. A Pescara è stata inaugurata all'ospedale Santo Spirito la Cell factory, un laboratorio di manipolazione cellulare criobiologica che curerà i tumori senza chemio, ma con il trapianto di cellule staminali. La bio-banca inaugurata nel reparto di ematologia pescarese, dal 2017 accoglierà il primo paziente che sarà curato con questo nuovo protocollo.

Paolo Di Bartolomeo, direttore del dipartimento, ci tiene a sottolineare: "è doveroso specificare che sono programmi di esclusivo ambito ematologico - spiega il professor Di Bartolomeo - Andremo cioè a curare leucemie linfoblastiche acute resistenti alla chemio, non tumori solidi".

Cosa sono le cellule staminali?

Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare e possono essere prelevate da diverse fonti come il cordone ombelicale, il sacco amniotico, il sangue, il midollo osseo, la placenta, i tessuti adiposi. Non tutte le cellule staminali hanno le stesse caratteristiche: quelle provenienti dagli embrioni, dal liquido amniotico o dai villi coriali sono in grado di trasformarsi in quasi ogni tessuto del nostro organismo; quelle provenienti dal sangue del cordone ombelicale e dai tessuti adulti possono dare origine solo ad alcuni tipi di tessuti.

Sperimentato negli Stati Uniti su 30 pazienti affetti da leucemia, l'utilizzo per la cura delle leucemie linfoblastiche ha ottenuto un'ottima risposta sul 70 % dei casi trattati.

Importanti novità scientifiche anche sul fronte ligure della ricerca. Prosegue, infatti, con la partecipazione del dott. Gianni Coccia - Direttore della S.C. Gastroenterologia - il tema "Calcoli al fegato: le nuove cure", il ciclo di 10 puntate che vedono l'Ospedale Galliera e il suo personale sanitario protagonista del programma "Il mio medico" su TV2000.

I calcoli alla cistifellea (litiasi) sono un problema molto diffuso diagnosticabile facilmente con un esame di primo livello quale l'ecografia; per l'interessamento delle vie biliari si ricorre invece alla TAC, alla RMN oppure all'eco-endoscopia, esame di livello superiore che, attraverso un endoscopio collegato ad un traduttore, permette di valutare dall'interno le vie biliari.

La cistifellea: cos'è?

La cistifellea è un sacco contenete bile prodotta dal fegato, che, sotto stimoli ormonali e neurologici, viene spinta verso il duodeno per assumere vitamine importantissime liposolubili (A, D, K) e per favorire la digestione. I calcoli più comuni sono quelli pigmentati (frequenti nell'anemia mediterranea) o quelli di colesterolo; i sintomi principali sono il dolore insorto dopo i pasti nel quadrante superiore di destra irradiato alla schiena e sotto la spalla destra.

Le complicanze dell'assenza del sintomo e quindi della mancata diagnosi precoce e trattamento della litiasi sono:

-accumulo di bile (ittero);
-ostruzione del dotto pancreatico, che può causare l'infiammazione del pancreas e può essere anche mortale.


Le terapie utilizzate principalmente all'Ospedale Galliera di Genova sono:

1. calcoli alla cistifellea: rimozione tramite tecnica laparoscopica;

Spyglass

Endoscopia con telecamera.

2. calcoli delle vie biliari: utilizzo dell'endoscopia e di uno strumento innovativo chiamato Spyglass, il quale entra nel canale operativo del duodenoscopio, visualizza le vie biliari attraverso una piccolissima telecamera e, nel caso di calcoli grossi, attraverso una sonda che trasporta impulsi laser, distrugge i calcoli per poi asportarli grazie a un cestello.

La durata di tale esame è di circa 20-30 minuti ed avviene con sedazione profonda che non prevede però utilizzo di curarli o farmaci che implicano l'intubazione.

In che modo prevenire?

"La prevenzione primaria non può prescindere da una corretta alimentazione, consigliando di tenere sotto controllo il peso corporeo e suggerendo la dieta mediterranea. Al contrario dei calcoli renali, l'assunzione di acqua non incide in maniera significativa" - conclude Coccia.





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