PISTOIA. Troppo spesso si sente parlare a mezzo stampa di riorganizzazione del sistema sanitario in conseguenza ai cospicui tagli alla sanità pubblica Toscana; pertanto come professionisti si vuole esprime i seguenti concetti.
La tutela della salute individuale e collettiva pubblica è un elemento irrinunciabile, non negoziabile, sancito dalla Costituzione italiana.
Questo elemento deve trovare corrispondenza nella presenza politica legittimata dal voto e nella presenza politica diffusa dei cittadini, perché utenti privilegiati del sistema ai quali devono essere fornite informazione sui costi della sanità e dove questi costi risiedono.
Pertanto vanno tenute presenti due direttrici di ragionamento: la quota destinata all’assistenza diretta che in quanto tale deve essere percepita dai cittadini come effettivamente significativa per la loro qualità di vita e la quota destinata al mantenimento di un apparato gestionale-burocratico-politico, di cui potremmo a livello diffuso non percepirne l’immediata utilità.
Di tale apparato vanno definiti i costi. Potremmo definire che il costo complessivo di tale apparato equivale al costo dei disavanzi? In tal caso quali sarebbero le scelte possibili del sistema? Oggi grazie ai dati di trasparenza è possibile giungere ai costi in dettaglio.
Nel primo caso il mezzo, strumento di lettura trasversale, nonché indicatore, risiede nella quota minuto concreta dedicata all’utente e alla sua famiglia, declinata secondo diverse intensità di cura: bassa, media, alta intensità espressa a tutti i livelli ospedalieri e territoriali.
Un es. fra tutti è il risultato atteso dall’ospedalizzazione dello scompenso cardiaco.
In definitiva un ricovero ospedaliero aggiuntivo è significativo o copre una mancanza di risposta sul territorio? Nascono spontanee allora alcune domande:
Perché il medico di base se visita il proprio malato in RSA ha diritto ad un gettone aggiuntivo?
Perché non si applicano delle leve economico/gestionali al fine di tendere all’eccellenza se quest’ultimo non si attiene alla pratica etica e professionale?
Perché sul ns territorio l’assistenza infermieristica deve essere attivata dal medico di base, anche se presente un accertamento infermieristico ospedaliero?
Naturalmente nella quota minuto vanno definiti gli obiettivi di cura significativi sul paziente. Occorre portare a ragionamento su quale sia il bisogno di assistenza sul territorio per rintracciare risorse e potenziarle, rileggere i core dei profili sanitari e applicarli tenendo conto delle mutate condizioni socio-economiche con lo scopo di:
- definire obiettivi di supporto sociale e obiettivi di cura sanitaria sostenibili;
- informare correttamente il cittadino, laddove non esiste possibilità, della risposta sul livello sostenibile e chiedere rinforzo, collaborazione e interfaccia di risposta politica;
- informare il cittadino-utente sulla risorsa sanitaria ed empowerment per il rispetto dell’appropriatezza delle prestazioni
- coinvolgere il cittadino come collaboratore per il miglior utilizzo delle risorse, al fine di limitarne l’utilizzo improprio.
Per colmare le problematiche sovra esposte si potrebbe ipotizzare la seguente proposta operativa.
Istituire tavoli di ragionamento diffusi multidisciplinari, trasversali sul territorio regionale composti da “esperti” del sistema, orientati alla qualità, all’etica, capaci di produrre soluzioni operative traducibili in comportamenti, con ampia partecipazione degli operatori di linea al fine di istruire raccomandazioni e criteri da ratificare in sede politica.
Il sistema SSR e gli amministratori devono assumersi la responsabilità di gestire il tema della salute in questo regime di difficoltà, individuando le risorse, potenziando la rete di risposta ai bisogni dei cittadini utenti investendo con accuratezza e parsimonia il denaro pubblico, tenendo conto anche degli eventuali outcome negativi che le scelte possono portare sulla prospettiva salute degli utenti.
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