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Stati Generali della Salute o Stati generali di Medicina?

di Redazione

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ROMA 8 Aprile 2014. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, presiede i tavoli dell’incontro.

Ma chi siede ai Tavoli? Medici, medici, medici! Si discute della sanità che verrà, si pensa a come scrivere per i prossimi 20 anni la sanità ma la rappresentatività degli interlocutori è disarmante.

 

Mentre i noti professori della medicina intervengono numerosi, e mentre fenomenali interpreti del linguaggio dei segni traducono ogni singola parola, il linguaggio diviene chiaro a tutti e anche il corpo del messaggio: sono i medici a decidere il futuro della sanità.

 

Finalmente il moderatore-presentatore interviene, e da “persona comune” pone l’attenzione sulla persona, facendo un esempio: “ un paziente oncologico lascia lo studio medico di un professore dal quale si è recato per una consulenza, e mentre esce chiede alla figlia.. muoio o sopravvivo?

 

 

E l’unica cosa che il paziente ricorda è di aver pagato 500 euro senza fattura per la consulenza del noto professore” La provocazione del moderatore in quanto tale va letta, ma è capace di raccontare una realtà triste che ogni giorno ci interessa, al di là delle “condizioni fiscali” che non toccano certo tutti i professionisti, ci troviamo di fronte a due binari, il paziente da una parte, la cura e il professionista dall’altra; a dividerli la comunicazione, nonché quell’arte dell’assistere tanto cara all’infermiere.

 

Alla triste realtà del presente si aggiunge dunque una triste speranza per il futuro: Medici e Case farmaceutiche disegneranno il futuro del SSN, il futuro di noi cittadini.

 

E gli infermieri? Interviene il vice presidente FNC IPASVI Gennaro Rocco: Infermieri di famiglia infermieri di comunità, quando queste “vecchie ipotesi” si realizzeranno realmente? Quando l’assetto organizzativo in sanità troverà il coraggio di aggiornarsi di avvicinarsi all’Europa?

 

Ci viene da pensare, avverrà solo quando gli interlocutori non saranno più grandi professori, o meglio quando ad un grande professore si affiancherà un grande infermiere, un grande fisioterapista, un grande logopedista e cosi via.

 

Vorremmo parlare di salute non a “liste bloccate” non con interlocutori obbligati, ma con interlocutori rappresentativi del mondo sanitario in termini di professionalità, qualità e quantità.


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