Fino a pochi anni orsono l'epatite causata dal Virus di tipo C era malattia molto misteriosa e subdola. Rimaneva silente per molti anni, senza disturbi, e quando dava segni clinici la trasformazione cirrotica del fegato era già conclamata.

Quindi fegato cirrotico e successivamente l'evoluzione in Epatocarcinoma un processo molto frequente.
Allora non esistevano cure, solo terapie contro i sintomi e/o norme igieniche per rallentare l'evoluzione della cirrosi.

Poi è comparso il farmaco interferone.

Occorre sapere che per potere dichiarare la malattia eliminata si deve arrivare a una condizione chiamata di 'conversione sierologica dalla presenza del virus' che non deve essere più presente. Cioè a dire, il virus responsabile dell'infezione virale non deve essere più presente negli esami del sangue.

Ebbene questa condizione con la terapia con interferone era ottenuta nel 6% dei casi.
Da poco sono stati elaborati farmaci antivirali che ottengono la liberazione del virus nel 98% dei casi, senza terapia con interferone. Un risultato di grande rilievo e che libera dagli effetti collaterali dell'interferone.

Su NEJM i risultati dello studio con Declatasvir e Sifosbuvir dimostrano una liberazione da virus, dopo 12 settimane di terapia, nel 98% dei pazienti, sia mai trattati prima sia già trattati con altri farmaci. Un risultato eclatante, sia nel genotipo 1 sia nel 2 e 3.

I genotipi sono variazioni del virus per HCV.

Bello. Ma qual è il problema. Il costo della terapia per 12 settimane raggiunge quasi gli 80.000 euro a paziente. Una bella somma.

Ma coloro che si interessano dei problemi dei costi della Sanità fanno rilevare che il risparmio dei costi assistenziali di pazienti con malattia a lenta evoluzione sarebbero stati molto più elevati, fino al costo della cura di Epatocarcinoma o di un trapianto di un fegato cirrotico, che da solo si avvicina ai 500.000 euro a paziente.