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dalla redazione

Rssa come luogo di cura

di Giuseppe Cannito

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BARLETTA. Viviamo in un’epoca storica dove la popolazione mondiale toccherà la quota di 9,5 miliardi di abitanti ed entro la fine del secolo supererà quota 11. Questi dati sono tratti da alcune proiezioni dell’Onu e altri autorevoli istituti di ricerca. Cifre che sono sensibilmente significative, se le collochiamo in questo preciso momento storico, dove le ristrettezze economiche e in special modo l’inadeguatezza di alcune realtà assistenziali, porta l’essere umano a non essere adeguatamente assistito. 

In una società dove l’invecchiamento avanza in modo così preponderante, nasce una maggiore consapevolezza sulla problematica di riuscire a fare un’assistenza adeguata per la persona anziana. Grossa considerazione bisogna prestare all'evolversi della struttura del nucleo familiare.

 

Il lavoro e i ritmi frenetici che la vita impone a ciascuno di noi, rende difficile, se non impossibile occuparci adeguatamente dei nostri anziani , e laddove questo sia possibile, il carico assistenziale sorbito dai familiari mette spesso a dura prova l’integrità del nucleo familiare stesso.

 

Attualmente l’inidoneità del nostro welfare attua politiche che spesso risultano inadeguate per la condizione degli anziani non autosufficienti. Stime del Censis ci dicono che superano quota 2,2 milioni della popolazione italiana. La ricetta per una ripresa della corretta assistenza dovrebbe consistere nel potenziamento dei servizi domiciliari e residenziali.

 

È proprio la mancanza di questi servizi che spinge le famiglie ad avvicinarsi alle attuali “RSSA” (residenze socio sanitarie assistenziali), dove l’anziano entra in un’ottica di assistenza personalizzata e con personale sanitario in grado di offrire l'assistenza adatta.

 

Non si possono considerare le RSSA dei “contenitori” ma luoghi di cura dove prendere in carico la persona nella sua totalità, ponendo l'attenzione verso la sua salute, intesa non solo come mancanza di malattia ma anche come serenità interiore. Inoltre sarà importante adottare un’assistenza mirata, offrendo programmi personalizzati per spronare l'assistito a perseguire una vita quanto più serena possibile senza stravolgere le sue abitudini.

 

Purtroppo tutto ciò non sempre avviene in ospedale dove delle volte si possono notare evidenti segni di trascuratezza. Quest’ottica di pensiero ha permesso di sopperire alle mancanze del servizio pubblico, allargando un’offerta sanitaria privatistica di maggiore rilievo e qualità.


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