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Robin Williams e la sua depressione, si poteva salvare dal male intestino?

di Angelo

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WASHINGTON (USA). Ormai l'attore Robin Williams, 63 anni, non c'è più, portato via probabilmente dal male intestino che lo ha logorato lentamente, spingendolo al gesto estremo. Il simbolo per molti giovani e adulti moderni, colui che insegnò al mondo intero l'euforia per "l'attimo fuggente", è stato trovato morto suicida nella sua casa di Tiburon, in California.

Williams è stato Premio Oscar e protagonista di pellicole indimenticabili quali "Good Morning Vietnam", "L' Attimo fuggente" e "Mrs Doubtfire". Come riferisce la moglie Susan Schneider, soffriva da tempo di depressione ed era in cura per disintossicarsi dall'abuso di alcool.

 

Secondo i primi accertamenti l'attore sarebbe morto per asfissia, ma ci sono indagini in corso per stabilire la reale causa del decesso.

 

La depressione negli ultimi anni ha portato al suicidio tantissimi Vip dello spettacolo, dello sport e della televisione, ma anche gente comune che fa del male a sé e agli altri.

 

Nell'ultima settimana in Italia e all'estero le cronache nere raccontano di padri, madri e di figli che uccidono padri, di madri che uccidono i propri figli. In pochi casi si è trattato di raptus omicida, in altri di pianificazioni della morte, a dimostrazione che spesso le patologie "intestine", quelle della mente, sono spesso sottovalutate. Forse il mondo che va più veloce, forse una ricchezza troppo eccessiva della società portano a momenti di auto-isolamento, di chiusura, di senso di rivincita verso l'altro o l'altra. Non si sa, la mente umana è complessa. L'unica cosa certa è che queste persone hanno bisogno di aiuto e non di emarginazione sociale come spesso accade.

 

Vogliamo ricordare Robin Williams con il suo sorriso e con il suo "carpe diem" (ereditato dalle "Odi" del poeta Orazio) che lo ha condotto ad un gesto estremo da quale probabilmente si poteva salvare. Il mondo non ti dimenticherà mai, Robin!

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