Il sindacato di Andrea Bottega è parte dell’iniziativa CGS (Confederazione Generale Sindacale) e si fa promotore in sanità del ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego.
ROMA. E ora si fa sul serio: il contratto di lavoro degli Infermieri va cambiato e lo si può cambiare solo con una sentenza della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Ne è convinto Nursind, il sindacato presieduto da Andrea Bottega e rappresentativo del comparto sanità che, in qualità di federazione della CGS, si è reso promotore dell’iniziativa che, attraverso il ricorso vinto presso la Corte Costituzionale dalla FLP (Federazione Lavoratori Pubblici) e FGU (Federazione Gilda Unams) - entrambe federazioni della CGS -, mira a ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse proprio a partire la mese di luglio 2015 come previsto dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale.
"Ricordiamo che la Legge di stabilità 2016 stanzia la cifra irrisoria di 5 euro lordi mensili - spiega Bottega in una sua nota - un indennizzo monetario che si stima essere superiore ai 5.000 euro per i dipendenti del comparto e ben più alto per l’area dirigenziale. Un ricorso che prevediamo possa avere il suo esito entro due anni e che è direttamente esecutivo chiamando in causa direttamente il governo a risarcire quei lavoratori che faranno ricorso attraverso questa iniziativa."
Una iniziativa che assume un duplice valore sindacale:- La difesa dei diritti dei lavoratori pubblici contrattualizzati ad avere un rinnovo del contratto e un adeguamento salariale in linea con gli indici stabiliti dalle parti;
- La difesa del valore del sindacato quale organo di rappresentanza di un gruppo organizzato di lavoratori, valore di rango costituzionale riconosciuto proprio nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 che è alla base del ricorso che presenteremo alla CEDU.
"La dignità dei lavoratori pubblici richiede oggi più che mai una tutela sindacale determinata e le federazioni costituenti la CGS, con questa iniziativa, dimostrano di voler rendere concreta questa tutela attraverso tutte le strade che le relazioni sindacali e il diritto le consentono - aggiunge il segretario nazionale di Nursind - purtroppo la situazione economica dei conti pubblici e il contesto internazionale non lascia ben sperare sulla volontà del Governo di aggiungere adeguate risorse economiche nella prossima legge di stabilità per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Procediamo quindi verso una esigibilità dei diritti anche oltre la Corte Costituzionale costringendo il Governo a pagare direttamente ai lavoratori il danno derivante dal mancato rinnovo dei contratti."
E non è tutto, a giorni sarà disponibile tutto il materiale necessario per procedere singolarmente al ricorso e saranno spiegate le modalità di adesione che sarà aperta a tutti i lavoratori del pubblico impiego.
La macchina organizzativa si è già messa in moto in quanto i ricorsi dovranno essere depositati presso la Corte dei Diritti dell’Uomo entro i limite massimo di sei mesi.
In un apposito sito saranno inoltre disponibili tutte le informazioni e la documentazione necessaria. Sull’esito positivo della vertenza siamo particolarmente fiduciosi anche perché confortati da un pool di avvocati veramente di alto livello e particolarmente esperti in questo ambito.
"Con oggi inizia la campagna di diffusione dell’iniziativa - concludono da Nursind - a cui si pensa aderiranno più di 100.000 lavoratori."
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?