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Responsabilità professionale del personale sanitario: in linea con l’Europa

di Pino de Martino

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Convegno a Napoli con On. Federico Gelli e Senatrice Annalisa Silvestro. Ad organizzarlo il locale Collegio Ipasvi capitanato dal collega Ciro Carbone.

NAPOLI. "Entro l'estate faremo la legge sulla responsabilità del personale sanitario". Cosi Federico Gelli, primo firmatario del disegno della legge già passata alla Camera e in discussione al Senato, al convegno organizzato dall’Ipasvi di Napoli sulla “Responsabilità professionale del personale sanitario”. "Abbiamo passato oltre sette mesi ad ascoltare tutti. Abbiamo un disegno equilibrato e coerente. Cercheremo ancora di migliorare qualcosa dove sarà possibile. Si può sempre fare di più. Ma il meglio è nemico del bene – ha detto Gelli concludendo – l'importante ora però è approvare una legge che attendiamo da troppo tempo".

Un pubblico attento e interessato ha affollato la sala congressi dell'Hotel Oriente. Infermieri, soprattutto, ma anche tanti medici, manager e dirigenti di Asl e ospedali.

La legge Gelli, cosi come ormai è definita, è stata vivisezionata in tutti i suoi aspetti.

E’ toccato a Ciro Carbone, Presidente del Collegio Ipasvi di Napoli, aprire i lavori. Nel suo indirizzo di saluto coglie uno degli aspetti centrali della legge: “Un’adeguata gestione del rischio clinico impone al mondo sanitario la necessità di lavorare in equipe multidisciplinari. Ormai la sanità non è più affare di una singola professione, ma è affare di tutti i professionisti che vi operano”.

Per la senatrice Annalisa Silvestro “questa legge è importante soprattutto perché porta con se un paradigma innovativo in sanità: integra le professioni, le obbliga a lavorare insieme, abbatte muri e steccati. Impone un ragionamento di sistema che elimina ogni personalismo residuo e dannoso al sistema salute del nostro paese. Con la legge Gelli la prevenzione del rischio clinico cammina sulle gambe e con la testa dei professionisti”.

Paolo D'Agostino dell'Università di Torino ha evidenziato l’aspetto più tecnico e spinoso, quello delle coperture assicurative, consegnato alla platea con rara semplicità e immediatezza: “Con il Ddl Gelli - ha detto - si va verso un sistema completamente assicurato. Dunque c’è un pericolo. L’innovazione della legge rischia di non trovare interlocutori italiani, lasciando spazio a compagnie straniere. Dunque saranno fondamentali due azioni: primo che la legge preveda un accordo preventivo con l’ Ania (l’Associazione Nazionale delle Imprese assicuratrici, ndr) finalizzato a garantire capienza e disponibilità e in secondo luogo che la legge coinvolga gli Enti di controllo del nostro Paese per garantire all’innovazione desiderata con la legge non resti solo sulla carta”.

Una legge che piace anche al Commissario ad Acta della sanità in Campania, Joseph Polimeni: “Una buona legge. Spero che venga approvata presto. Credo molto nelle professioni sanitarie e nella collaborazione tra tutte le figure professionali della sanità. Senza piagerie dico che senza gli infermieri non si fanno grandi cambiamenti e non si va da nessuna parte". Non è più tempo di visioni solitarie, in sanità si lavora in equipe”.

Per Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del tribunale dei diritti del malato, "un vero bilanciamento tra le tutele ai professionisti e i diritti dei cittadini lo si avrà solo inserendo nella legge alcuni contrappesi a favore del paziente. Dunque, va bene l’inversione dell’onere della prova. Ma mettiamo mano alla cartella clinica digitalizzata, certifichiamo la tracciabilità dei processi e affidiamo le linee guida all’Istituto superiore di sanità".

All’avvocato Gennaro Torrese gli aspetti giuridici della questione: “Il fine della legge sta nel trovare un equilibrio tra il diritto alla salute dei cittadini e la tutela degli operatori sanitari. Per realizzarlo, per ridurre contenziosi e costi dovuti al fenomeno della medicina difensiva, saranno necessari un grande impegno generale e severi controlli laddove si verificano distorsioni ed effetti indesiderati”.

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