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dalla redazione

Gap, quando il gioco si prende gioco di Te

di Marco Alaimo

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ROMA. Una nuova malattia sta diventando una vera emergenza sociale, il gioco d'azzardo patologico o GAP. Sulla tematica è stata organizzata una giornata d'incontro e dibattito presso il palazzo di Montecitorio dal titolo “L’illusione di vincere. Il gioco d’azzardo emergenza sociale”. In esclusiva per Nurse24 l'intervista dell’On. Paola Binetti, deputata dell’Udc, che ringraziamo per la sua grande disponibilità.

È stato presentato il nuovo disegno di legge sulla dipendenza da gioco lo scorso 26 giugno in Commissione Affari Sociali, il DDL mette al centro dell’attenzione l’emergenza sociale legata al gioco d’azzardo. Inoltre si sta lavorando affinché il Ministero della Salute aggiorni i LEA (livelli essenziali di assistenza) al più presto, inserendo come previsto dal Decreto Balduzzi anche il GAP e mettendo quindi a disposizione dei giocatori patologici più fondi per la cura. Ora il ddl sta arrivando nelle commissioni di merito per i pareri. L’obiettivo comune è quello di farlo arrivare nel tempo più breve possibile in Aula.

 

On. Binetti, spesso è tornata sull’argomento cercando una sensibilizzazione nei vari contesti. A che punto siamo a livello politico? Cosa si è fatto e cosa si può ancora fare?

 

Fin’ora i punti interessanti sono stati il decreto Balduzzi del 2012-13 e l’art. 14 della Delega Fiscale e questo disegno di legge unificato che sta prendendo corpo e piede è uscito dalla commissione affari sociali della camera ed è stato consegnato alle altre commissioni per i pareri di merito.

 

Qual è l’obiettivo che vogliamo raggiungere? È considerare la dipendenza grave del gioco d’azzardo come una vera e propria patologia che merita di essere trattato all’interno dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

 

Già il decreto Balduzzi aveva previsto che il GAP fosse tra i LEA, il problema è che i LEA non vengono aggiornati dal 2007. Possiamo dire quindi che questa resta come una pura affermazione di principio che non si sostanzia. Questa legge quindi ribadisce che il GAP rientri tra i LEA, ma fa un passo avanti in quanto vuole stabilire in via transitoria dei fondi specifici per curare questi malati. Quindi appena il GAP viene riconosciuto tra i LEA può rientrare tra quelle che sono tutte le patologie trattate in questo modo.

 

Questa legge stabilisce come una “finestra” all’interno della quale i malati possono ottenere in anticipo ciò di cui hanno diritto per la cura, cosa che avevano di diritto già precedentemente con la legge Balduzzi. Speriamo in questo modo di esercitare una pressione positiva anche sul Governo e concretamente con il Presidente del Consiglio affinché si decida coraggiosamente e tempestivamente a rivedere i LEA.

 

È evidente che non sono solo i pazienti affetti dal GAP che hanno diritto di vedersi riconosciuto operativamente come LEA, ci sono tante altre persone con patologie rare che pure hanno diritto a veder riconosciuta la loro situazione tra i LEA per poter godere di quei vantaggi che la legge garantisce.

 

Quindi parliamo di diagnosi, cura e prevenzione?

 

Il Disegno di Legge accanto al fatto della diagnosi e del percorso di cura che si avvale prevalentemente di misure di psicoterapia individuale e/o di gruppo, della farmacoterapia dove necessaria, arriva anche alla prevenzione; e come tutte le azioni che sono fedeli al principio che “Prevenire è meglio che curare” prevede anche una serie di misure preventive. Queste sono per la maggior parte di carattere sociale, negli ultimi tempi il gioco d’azzardo ha subìto un’impennata tale nella moltiplicazione dei luoghi in cui si gioca, nella moltiplicazione delle macchinette per giocare, nella moltiplicazione dei tipi di gioco, che noi riteniamo sia giunto il momento di mettere una sorta di freno.

 

Non solo di contenere ma di ridurre questa proliferazione riconducendola a livelli molto più accettabili. Ad esempio prima i negozi potevano avere soltanto 4 macchine (tipo slot machine) poi questo numero è stato raddoppiato e portato ad 8. Questo ha portato un aumento degli introiti per i negozianti ma ha contribuito a rendere ancora più diffusive e gravi i rischi di creare e aumentare questa dipendenza.

 

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