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Editoriale

Ordine Professioni Sanitarie: manca solo l'approvazione della Camera

di Silvia Giacomelli

Infermieri

L'aggiornamento degli Ordini si attende oramai da oltre 70 anni. Forse siamo giunti alla fine di un iter.

Nella giornata di martedì 24 maggio il Senato ha approvato il Ddl Lorenzin (n.1324) che prevede la trasformazione dei Collegi in Ordini. Ora, il lungo cammino che vede già trascorsi dieci anni dalla legge 43/2006, passa alla Camera dei Deputati alla XII Commissione Sanità.

L’auspicio, come affermato anche dalla senatrice Annalisa Silvestro, è che “si spera questo lungo percorso possa finalmente trovare la sua piena attuazione entro la fine dell’anno e finalmente festeggiare.”

L’aggiornamento degli Ordini, una legge oramai vecchia di 70 anni, è un compito arduo e che dovrà perciò darsi delle priorità, perché il settore sanitario si è molto evoluto e molto si sono evoluti i professionisti che ne fanno parte. Questa riforma riguarderà 1 milione e 200 mila professionisti, che vede non senza dibattito e contrasti anche affacciarsi nuove professioni esercenti la professione sanitaria (ad esempio i Chiropratici e gli Osteopati).

“Bisogna rispondere al cittadino su chi siamo e soprattutto su cosa sappiamo fare, di cosa ci occupiamo, a chi il cittadino si deve rivolgere. L’Ordine sarà il garante del cittadino, attraverso il quale potrà avere tutte le informazioni sui professionisti sanitari”, sostiene la senatrice Silvestro. Il riordino deve essere visto come un’opportunità, specialmente per la professione infermieristica ed ostetrica, del definitivo riconoscimento della non ausiliarità rispetto alla classe medica, nonché le professioni tecniche, primi tra tutti i Tecnici di Radiologia che ingloberanno tutte le professioni sanitarie tecniche senza creare ulteriori Ordini (Ordine dei Tecnici sanitari di Radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione).

E’ lo stesso Presidente Nazionale dei Tecnici di Radiologia, Alessandro Beux, ad affermare che “attraverso l’opportunità del riordino degli Ordini proviamo a fare quello che siamo potenzialmente in grado di fare. Attraverso noi consegniamo alle istituzioni la possibilità di aprire a tutte le altre professioni sanitarie. L’arrivo delle altre professioni permetterà di mantenere le singole identità e peculiarità delle professioni, ma l’Ordine garantirà la giusta tutela e la rappresentatività verso le istituzioni. Potremmo dire che nel tutto c’è la parte.”

Questi aggiornamenti e riordini sono la chiave per il superamento definitivo, anche verso le altre professioni già ordinate come quella medica e di quelle chiusure ideologiche, quei muri che hanno caratterizzato il passato. Non più professioni viste in un'ottica di "cenerentole", ma elevati tutti allo stesso livello. Tutti i professionisti che sinergicamente si occupano del cittadino e del bene salute, permettendo all’Italia ed al suo Sistema Sanitario Nazionale e regionale di restare sempre tra i migliori sistemi sanitari europei e mondiali.

Passeranno sotto la vigilanza del Ministero della Salute anche l’Ordine degli Psicologi, dei Fisici, dei Biologi e verrà istituito l’Ordine degli Ingegneri biomedici. Sempre più a tutela dei cittadini saranno le norme che inaspriscono l’esercizio abusivo della professione, il procedimento disciplinare si riforma notevolmente al fine di garantire l’autonomia e la terzietà del giudizio disciplinare, prevedendo la separazione della funzione istruttoria da quella giudicante, sarà nominato anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal Ministero della Salute.

Ci si auspica che nel passaggio alla Camera possa essere introdotta una modifica che veda i Revisori dei Conti come figure esterne agli stessi Ordini, a garanzia ulteriore del principio cardine della trasparenza e come garanzia verso gli stessi iscritti. Si apprezza la viva convinzione della politica nel voler finalmente attuare questo riordino e attuare la Legge 42/2006. Il provvedimento che può riassumersi in 14 articoli, racchiude la necessità di rendere la salute un bene sempre più prioritario a tutela dei cittadini e tutti i professionisti della salute, protagonisti dei cambiamenti che il welfare richiede per poter continuare a sostenere un sistema sanitario universalistico.

L’Ordine sarà fonte di promozione della cultura e assicurazione dell’indipendenza, dell’autonomia delle professioni nel loro esercizio professionale. Finalmente tutte le professioni sanitarie risiedono metaforicamente nello stesso palazzo di vetro, ognuno nel suo appartamento ma ora definitivamente legate dalla volontà di essere visibili dai cittadini e da coloro che ne fanno parte, al campanello suonare alla voce patto per la salute, per poter entrare.

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