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Suicidio tra giovani infermieri, medici e operatori sanitari

di Marco Alaimo

Il forte stato di stress e depressione legato ad una professione logorante e, alle volte, demotivante, come quella dell'infermiere, può condurre in certi casi ad episodi di suicidio. Un team di psichiatri dell'Università del Michigan e della Medical University of South Carolina, dopo aver studiato il crescente fenomeno, ha proposto uno strumento per il supporto psicologico del personale sanitario: il MoodGYM.

Prevenzione suicidio: una terapia cognitivo-comportamentale

Nel tentativo di prevenire episodi di suicidio e fornire un sostegno alla sintomatologia depressiva, il team guidato dagli psichiatri dell'Università del Michigan e della Medical University of South Carolina ha sviluppato un interessante strumento web-based per il supporto psicologico degli operatori sanitari basato sui principi della psicoterapia cognitivo-comportamentale (wCBT).

Questo perché resta alta la percentuale di suicidi tra gli Infermieri Italiani nel 2014 e nei primi mesi del 2015. Numerose indagini hanno riportato un dato di fatto: tra casi conclamati e dubbi mediamente si toglie la vita 1 infermiere/una infermiera al mese.

A testomoniarlo le cronache dei giornali (on line e cartacei), le denunce sindacali e il numero degli espianti d'organo in aumento, che riguardano oltre il 30% dei colleghi defunti tragicamente (compreso gli incidenti stradali e/o sul lavoro).

In Italia i casi accertati e dubbi sui suicidi tra colleghi sfiorano i 12 annui, una media di un decesso auto-inflitto al mese. E, in molti casi, l'episodio di suicidio riguarda gli studenti infermieri.

Negli Stati Uniti d'America, ogni giorno, un medico si toglie la vita. I giovani medici, durante il primo anno in ospedale successivo alla laurea, riferiscono un aumento della prevalenza dei sintomi depressivi dal 4% al 26% e sono esposti ad un rischio quadruplo di ideazione suicidaria rispetto alla popolazione generale. Ciò sembra dovuto ai lunghi turni in ospedale, alla costante paura di commettere errori ed ai periodi di riposo sempre più brevi.

Cosa si fa per prevenire le dipartite e le sindromi depressive sul lavoro?

Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i suicidi si possono prevenire e, questa sua posizione è stata espressa nel Rapporto del 2014 ("Preventing suicide: a global imperative").

Tirocinanti medici e MoodGYM: un caso reale

I ricercatori, quindi, hanno indagato l'efficacia dello strumento su 199 medici tirocinanti provenienti da due diversi ospedali universitari americani, destinando la metà di questi al trattamento tramite MoodGYM e l'altra metà ad un gruppo di controllo dove venivano solo fornite informazioni riguardo la depressione, il suicidio e le strutture locali di salute mentale.

I risultati hanno mostrato che i tirocinanti assegnati al gruppo di controllo pensavano in percentuale maggiore al suicidio (21,2%) rispetto al gruppo di MoodGYM (12%). Al termine del primo anno di tirocinio, infatti, coloro che avevano usufruito del programma web-based di CBT erano meno propensi all'ideazione suicidaria.

Sembra quindi necessario inserire programmi di prevenzione al suicidio all'interno del percorso formativo dei medici ma anche di infermieri e operatori sanitari, in modo tale da fornire agli studenti le migliori strategie cognitivo-comportamentali per ridurre lo stress al quale saranno esposti durante il tirocinio.

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