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editoriale

Piloti d’aereo e Professionisti della sanità, quale relazione?

di Fabio Albano

Reclutamento e valutazione delle condizioni psico-fisiche dei professionisti operanti nei sistemi complessi.

infermiere in aereoUna delle definizioni più interessanti di sistema complesso è quella data dal filosofo francese Edgar Morin:

Vi sono due difficoltà preliminari nel parlare di complessità: "la prima sta nel fatto che il termine non possiede uno statuto epistemologico. La seconda difficoltà è di ordine semantico: se si potesse definire la complessità in maniera chiara, ne verrebbe evidente che il termine non sarebbe più complesso".

Sistemi complessi sono, comunemente riconosciuti, il sistema aeroportuale, quelli marittimo, nucleare, delle piattaforme petrolifere e quello relativo al mondo della sanità.

Solitamente siamo abituati a suddividere in due macro aree le competenze necessarie, nei sistemi in questione, a ottenere performance efficaci ed efficienti; queste due macro aree sono le competenze tecniche e quelle non.

Chiaramente entrambe sono suscettibili di variazioni nel corso dello sviluppo psico-fisico e professionale dell’individuo.

Per poter implementare le condizioni che determinano il raggiungimento delle suddette condizioni sono necessari un buon equilibrio personale e una forte motivazione professionale. Quasi sempre, per non dire sempre, le due condizioni sono intersecate e non districabili tra loro.

La valutazione in itinere, il percorso professionale dell’operatore, ad oggi, è relativa alle competenze tecniche emergenti dagli outcome prestazionali risultanti.

I metodi di valutazione, nonostante ampi studi di manager, Sociologi e Psicologi, sono estremamente soggettivi. L’oggettivazione è estremamente complicata da performare.

Allo stato attuale delle cose, non esistono metodi omogenei di valutazione riguardanti le competenze non tecniche sviluppate e poste in essere sia dall’organizzazione che dal singolo professionista.

Eppure entrambe le abilità sono ritenute fondamentali e imprescindibili nelle organizzazioni dei sistemi complessi.

Esistono, ancora, due questioni relative alla valutazione del professionista, che devono essere analizzate con estrema cautela, ma non per questo resta lecito non prenderle in considerazione; e sono: la fase del reclutamento e la valutazione in itinere delle condizioni psico-fisiche.

Per la prima fase, quella del reclutamento, senza addentrarci troppo nella questione, sarebbe estremamente utile un colloquio teso all’individuazione delle motivazioni che sottendono la scelta individuale del percorso professionale che si intende intraprendere.

La fase del reclutamento dovrebbe prevedere, anche, un colloquio con uno Psicologo specialista del mondo del lavoro che, qualora ne esistano le condizioni, sia in possesso delle competenze necessarie a fornire un parere ostativo all’accesso nei sistemi complessi.

Sarebbe, peraltro auspicabile, che tutte le valutazioni riguardanti i singoli professionisti, avvenissero anche in itinere. Dovrebbero essere poste ad esame scrupoloso, almeno ogni biennio, le competenze tecniche e non, la formazione in progress, lo stato fisico e le condizioni psicologiche e mentali dei singoli professionisti.

Essere operatore di front-line a 25 anni è sicuramente differente che esserlo a 40 o a 50. Non esiste un periodo della vita in cui le performace risultano maggiormente soddisfacenti. Ogni epoca lavorativa ha determinate caratteristiche che si possono definire variabili, ma tutte le fasi devono risultare corredate da costanti, come un buon equilibrio psico-sociale, che è fondamentale per poter operare nei sistemi complessi.

La recente storia, dei sistemi complessi, è ricca, purtroppo, di tragici episodi. Ultimo quello del “suicidio” del pilota della compagnia aerea Germanwings. Ma come non ricordare la collega Infermiera che deliberatamente decideva chi doveva vivere e chi no!

Entrambe le situazioni sono estremamente gravi! Ma ciò che fa la differenza, naturalmente, è il numero di morti che vengono provocate; anche se ciò che è ancor più rilevante, è il fatto che chi ha la responsabilità delle vite umane, delle stesse decida di farne scempio!

Dato che si ragiona in termini di sistemi complessi, sarebbe auspicabile che chi ha il dovere di organizzare, reclutare e gestire, inizi a porsi il problema che la sicurezza degli utenti passa, anche, attraverso un adeguato equilibrio degli operatori!

Certamente, vanno ricercati e posti in essere criteri oggettivi di valutazione, ma non si può, continuare, a pensare che tutti i lavori, e lavoratori, sono uguali. Esistono professioni, come per noi operatori della salute, in cui è possibile decidere della vita altrui!

La speranza è che questa filosofia di pensiero non si esaurisca con il diminuire dell’effetto mediatico della sciagura aerea successa sulle montagne della Provenza.

Il rischio, concreto, è quello di restare in stand-by in attesa della prossima tragedia, salvo poi, dare corpo non al dolore umano ma a una spettacolarità meramente mediatica!

Appare evidente che si rende necessario prendere in considerazione e porre in relazione tutti i lavori appartenenti ai “sistemi complessi”, il tutto come auspicio che certe tragedie non abbiano da ripetersi!

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