Il Triage infermieristico avanzato è cosa buona e giusta. Lo riferisce Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che ha approvato una delibera che spalanca le porte alla presa alla nostra categoria.
VERONA. Dopo l'Emilia Romagna ora anche la Regione Veneto introduce ufficialmente la funzione di triage infermieristico avanzato, finalizzata alla presa in carico infermieristica (con avvio dei percorsi post-triage) e all'attivazione di "percorsi brevi" per problemi minori.
Con una delibera approvata dalla Giunta guidata da Luca Zaia sono stati approvati infatti gli "Indirizzi tecnico-operativi per il triage di pronto soccorso", che, tra l'altro, inquadrano così l'infermiere triagista: "opera sempre secondo protocolli stabiliti dal dirigente del Servizio ai sensi delle normative nazionali e regionali e previa specifica formazione. Deve avere una esperienza lavorativa di almeno due anni in pronto soccorso inclusa l’attività di triage di accesso".
Caratteristiche favorevoli per l’infermiere triagista sono: elasticità mentale e capacità decisionale, controllo dell’emotività, capacità relazionale. Almeno ogni tre anni, poi, gli infermieri triagisti, compreso il coordinamento, devono frequentare un corso di aggiornamento e re-training.
Il triage, secondo quanto riportato nell'Atto di Intesa Stato Regioni del 17/5/96), è "il primo momento di accoglienza e valutazione di pazienti in base a criteri definiti che consentano di stabilire la priorità di intervento"; consente la definizione dei motivi di accesso al sistema dell'emergenza e del livello di criticità; da esso dipendono i percorsi e i tempi di gestione.
Ribadito, dunque, il concetto che il triage in pronto soccorso è peculiarità degli infermieri che hanno fatto un percorso formativo specifico e che agiscono secondo protocolli preordinati, costruiti da equipe multidisciplinari (medici, infermieri, coordinatori, esperti di risk management) e sottoposti a continue verifiche.
Anche a livello internazionale, da anni, viene riconosciuto ed attribuito all' infermiere il ruolo di valutare segni e sintomi dei pazienti che afferiscono al pronto soccorso, per identificare un livello di priorità per l'accesso alle cure ed attivare risorse organizzative, cliniche ed assistenziali adeguate al caso.
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