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Nursing Up rifiuta di partecipare a Tagadà su La7

di laura rita santoro

TizianaPanella2

Il rifiuto non è stato strano, il sindacato ha fatto un confronto nel gruppo NU Lazio, la decisione è stata “quasi unanime”.

ROMA. Ieri nel primo pomeriggio ho ricevuto una telefonata da una giornalista della trasmissione Tagadà, una trasmissione d’informazione. La giornalista mi chiedeva di agganciare degli Infermieri che la facessero entrare in un Pronto Soccorso con la telecamera nascosta. Avevano chiamato me, dal momento che responsabile Regionale Nursing Up. Era loro intenzione fare un servizio sul faticoso lavoro degli infermieri.

Recentemente siamo, in qualità d’infermieri, molto delusi dalla trasmissione Tagadà! Nella trasmissione hanno parlato degli Infermieri in modo discutibile e non condivisibile da molti Infermieri e non solo!

Il nostro rifiuto non è stato strano! Abbiamo fatto un confronto nel gruppo Nursing Up Lazio, la decisione è stata “quasi unanime”. Abbiamo deciso di rinunciare al servizio a seguito dei fatti di questi giorni e della frase poco gradevole: “non vorrei mai essere accolta da un infermiere in Pronto Soccorso".

Loro, per noi, non sono in grado di comprendere e capire il lavoro degli Infermieri! Quindi come potrebbero raccontare il nostro lavoro con un brevissimo servizio? Alla trasmissione hanno scritto in molti, soprattutto a proposito del Triage, ma, non hanno letto nulla oppure non capiscono?

La Panella, aimè, non riusciva a capire la differenza tra Triage e Diagnosi. Può non piacere ma, in tutto il mondo il triage viene fatto dagli Infermieri, quindi consiglierei alla Panella and Co. un trasferimento sulla luna! Si ricorda, comunque che il triage è frutto di protocolli studiati e verificati, come testimoniano gli oltre 21 milioni di italiani che si presentano, ogni anno, ai Pronto Soccorso e lì ricevono le prestazioni sanitarie dovute, senza alcun pericolo.

Tagadà potrà fare un servizio sugli Infermieri, in Pronto Soccorso, secondo Nursing Up Lazio, quando capirà che nel triage (cernita, smistamento) non si fa diagnosi!

Ho risposto alla giornalista, dal momento che poco apprezzati e screditati, preferiamo evitare la televisione e continuare a fare il nostro lavoro, come sempre, nell’interesse degli utenti.

Paradossale è che non hanno capito “neanche” il nostro rifiuto nel volerci esporre in trasmissione!

Tutto ciò, secondo me, la dice lunga sulle informazioni e valori che nella trasmissione diffondono.

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