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Caos a Nola, Lorenzin: "Gli infermieri sono eroi"

di Leila Ben Salah

Pazienti stesi a terra in attesa di essere visitati, barelle assenti, continue emergenze e codici rossi. Al Pronto soccorso del Santa Maria della Pietà di Nola regna il caos. A lanciare l’allarme è stato un servizio andato in onda sul Tg5. Il filmato mostra le carenze del servizio d’emergenza e le difficoltà di pazienti e familiari, che riprendono tutto con il telefonino. C’è chi piange, chi si dispera e gli operatori sanitari che non riescono a far fronte alle continue emergenze.

Milleduecento pazienti in una settimana e il Pronto soccorso va in tilt

Milleduecento pazienti solo nell’ultima settimana. Una situazione che ha trasformato quello di Nola in una specie di ospedale da campo. Tanto che il governatore Vincenzo De Luca ha disposto l'apertura immediata di una indagine interna per una puntuale verifica dei fatti e per accertare tutte le responsabilità. E ora si muove pure il ministro Lorenzin, che ha subito dichiarato:

Medici, infermieri e operatori sanitari sono eroi. E quando arriva il malato hanno diritto e dovere di curarli. Ritengo invece che vedere pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio.

Pazienti stesi a terra in attesa di essere visitati, il PS di Nola in tilt

Pure la risposta del sindaco non si è fatta attendere. All'ospedale di Nola la misura é davvero colma. Da oggi in poi il Comune si costituirà parte civile in ogni eventuale procedimento contro l'azienda. Intanto farò sentire la mia voce. Forte, ha fatto sapere in una nota sul suo profilo ufficiale il primo cittadino bruniano Geremia Biancardi.

Siamo assolutamente d’accordo con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: a Nola medici e infermieri hanno fatto il proprio dovere. Invece le responsabilità per non aver saputo prevedere e gestire in anticipo un naturale sovraffollamento di un pronto soccorso durante il periodo delle feste è una questione organizzativa che va attribuito al livello apicale. È quanto dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Sanità, Daniela Ballico, sottolineando come da mesi noi dell’Ugl denunciamo sul territorio le contraddizioni della gestione commissariale dalla sanità in Campania: è bene che il ministro Lorenzin abbia deciso di vederci chiaro in questo faccenda e ci aspettiamo che faccia finalmente giustizia. La sonora bocciatura ministeriale sulla verifica dei livelli essenziali di assistenza e le difficoltà ad assorbire negli ospedali il picco di epidemia influenzale sono aspetti dello stesso problema.

“Se non trattiamo i malati – sottolinea Ballico - siamo passibili di procedimento penale per omissione di soccorso. Se li appoggiamo a terra siamo passibili si licenziamento per danno all’immagine dell’azienda: in Campania c’è un problema organizzativo che va al più presto risolto per il bene di tutti, dei cittadini e degli onesti lavoratori”.

Stamattina a Nola si è tenuta una riunione per fare il punto della situazione. È stata una situazione imbarazzante - ammette il direttore sanitario della Asl Napoli 3 Luigi Caterino -, ma stiamo provvedendo all’acquisto di alcune barelle, ne abbiamo chieste una quindicina e arriveranno immediatamente. Il punto è che le barelle sono tutte impegnate nei reparti di degenza. Non solo, adesso si tratta di capire di chi sono le responsabilità. Vogliamo capire cosa è accaduto - aggiunge infatti il direttore sanitario - per accertare le responsabilità di chi doveva avvisare di queste difficoltà. Ma il direttore sanitario ci tiene a far rientrare immediatamente l’emergenza. Vogliamo creare subito, anzi subitissimo, un ambulatorio per codici bianchi nel Pronto Soccorso di Nola, ma anche in quello di Castellammare. Perché sono le due unità operative che hanno un numero di accessi superiori ai 50mila all’anno e degli ambulatori per codici bianchi potrebbero alleggerire l’affluenza di questo periodo.

Intanto la polemica esplode sui social. C’è chi urla allo schifo, chi invece ricorda tanto di cappello ai medici e agli infermieri che lavorano in queste condizioni.

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