"Io arrivo in pronto soccorso e trovo davanti a me un infermiere, con il massimo rispetto per la categoria, però se quell'infermiere deve decidere della mia vita, forse abbiamo sbagliato qualcosa". Ora basta con giornalismo farlocco intervenga la Mangiacavalli e la Federazione Ipasvi.
MILANO. "Morire di codice verde in Pronto soccorso" il titolo che fa audience, il titolo che crea dei colpevoli e punta il dito contro gli infermieri. Le parole di un titolo che vogliono solo far clamore, far parlare di sè senza nemmeno forse comprendere il boomerang consacrato contro la sanità. La storia di un paziente e della moglie data in pasto agli avvoltoi. Una famiglia che si dispera per una tragedia familiare e dei giornalisti a cui importa solo superare i propri indici di ascolto
Era importante dare la notizia, dare voce a delle persone che giustamente vogliono sapere cosa è realmente successo.
Illogico intentare una causa mediatica contro gli infermieri e su un argomento forse ignoto ai protagonisti del programma.
TALK TAGADA' su La7 "paziente di 55 anni accede per dolore addominale in Pronto Soccorso. Arriva alle 00.32, gli viene assegnato un codice verde; dopo 30-40 minuti paziente esegue prima visita, alle 4.00 del mattino viene visto da un chirurgo vascolare. Alle 5.30 entra in sala operatoria. Muore dopo 7 ore dopo la prima visita etc. Disposta indagine e autopsia sulla salma, 8 medici indagati. "
E poi la domanda della giornalista "ma chi classifica i pazienti?" nel video spunta un medico in tutto il suo splendore che spiega che il codice è assegnato dall'infermiere. Il messaggio mediatico è chiaro: "Eccolo lì, ecco il mostro da colpevolizzare... tutta colpa dell'infermiere che ha dato quel codice verde"
Parlano poi gli "esperti".
Tiziana Pannella giornalista: "io arrivo in pronto soccorso e trovo davanti a me un infermiere, con tutto il rispetto per la categoria; però se quell'infermiere deve decidere della mia vita, perchè di questo stiamo parlando forse abbiamo sbagliato qualcosa."Non ha studiato per quello" urla subito Cecchi Paone
Perchè al triage non c'è un medico invece che un infermiere? forse non farebbe la differenza in tutti i casi, ma mi farebbe stare più tranquillo. - dice la giornalista- Perchè non ci sono medici a sufficienza; questo è in relazione coi fondi. Si metta nei panni del Direttore Generale che dovrebbe ridurre gli amministrativi per mettere dei medici in triage. Massimo Blasoni (imprenditore)
Per rinforzare la caccia alle streghe si parla poi del caso di una bambina morta a Catania. Peccato che qui gli indagati sono dei medici e non degli infermieri; Vien da dire dunque anche i medici sbagliano?
Vergogna! Sono stati chiamati "esperti" persone che non si occupano di sanità, piccoli attori del mondo mediatico italiano che sparano sentenze e parlano a nome dei cittadini. Vergogna raccontate il falso ai danni di povere vittime e per accomodare poteri più forti. Vergogna perchè avete dato il meglio della malainformazione.
Mi vergogno di essere cittadina italiana, dove chi non sa parla e addita, e chi deve parlare tace nella speranza che presto la cittadinanza dimentichi.
Vi invitiamo a passare davvero un giorno nei Pronto Soccorsi italiani, non da pazienti venite a vedere l'altro lato della medaglia.
Socrate diceva: "Esiste un solo bene la conoscenza e un solo male, l'ignoranza". L'infermiere che è in triage è adeguatamente formato per essere lì e il codice assegnato si rifà a linee guida internazionali. Scienza non ignoranza, emotività o soggettività.
Non ci sono parole per descrivere il grande senso di rabbia e frustrazione nel sentire parlare certi personaggi.
Cecchi Paone, da naufrago dell'isola dei Famosi è diventato un dotto della Sanità e non lo sapevamo... questa è la vera notizia.
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