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Medicina difensiva: troppe controversie presuntuose

di Redazione

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Sanità particolarmente esposta ai tagli all’esame del governo. Sotto accusa gli sprechi, in particolare i 13miliardi della medicina difensiva. I dati del sondaggio presentato da O.I.S. al Ministero della Salute: il 79% dei camici bianchi intervistati ha paura di denunce pretestuose da parte dei pazienti. Oltre il 15% degli intervistati è stato chiamato in giudizio dal paziente nell’ultimo anno.

Medico competenteProprio in queste ore il governo è alla ricerca di sprechi da eliminare per razionalizzare la spesa pubblica. La sanità il settore che rischia di pagare il conto più salato. Le criticità da sciogliere sono diverse. Tra queste, quella che risucchia il maggior numero di risorse (circa 13 miliardi l’anno) è l’eccessivo ricorso alla medicina difensiva. Argomento al centro del sondaggio sulle assicurazioni per il mondo medico sanitario, presentato nelle scorse settimane presso il Ministero della Salute dall’Osservatorio Internazionale della Sanità (O.I.S.).

Secondo questa ricerca, realizzata in collaborazione con l’OMCeO di Roma, il 78,9% dei medici italiani ha paura di incorrere in una controversia pretestuosa. Di conseguenza, per il 72,2% degli intervistati rappresenta una necessità tutelarsi con una polizza comprensiva della tutela legale completa.

«La categoria dei medici – spiega Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico di O.I.S. – si dimostra molto attenta ai rischi legati all’attività professionale. Infatti, ben l’86,8% degli intervistati aveva stipulato un’assicurazione già prima dell’entrata in vigore dell’obbligo normativo previsto per i medici del settore privato. Dato, questo, che conferma l’elevata percezione del rischio da parte dei medici e che trova riscontro nelle effettive controversie che questi sono costretti a fronteggiare nello svolgimento della professione».

«Il 15,3% dei camici bianchi intervistati – fa notare ancora il Direttore Scientifico di O.I.S. – dichiara di aver avuto, almeno una volta nella carriera professionale, una controversia con un proprio paziente: è una percentuale elevata, se valutata dal punto di vista del professionista, ma non giustifica, da sola, i premi richiesti da alcune compagnie assicurative».

Ad ogni modo, è evidente come i medici siano spinti a stipulare un contratto assicurativo comprensivo della copertura della tutela legale (che come detto sono il 72,2%) al fine di evitare di incorrere in una richiesta di risarcimento da parte di un paziente anche per motivi non legati alla propria responsabilità. È questo, infatti, il timore maggiore di quattro medici su cinque.

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