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Lettere al direttore

Medici dell'emergenza: "sbagliato sospendere i colleghi a Bologna"

di Redazione

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La FIMEUC bacchetta l'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna e invita tutti gli operatori sanitari dell'emergenza-urgenza a sedersi ad un unico tavolo nell'interesse del cittadino.

ROMA. Riceviamo e pubblichiamo una nota della FIMEUC - Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza sulla sospensione dei 4 medici dell'emergenza-urgenza ad opera dell'Ordine dei Medici di Bologna. Il sodalizio si dice contrario alla decisione dell'organizzazione medica e invita tutti gli operatori della sanità a sedersi ad un unico tavolo contrattuale per fare il punto sulla situazione contingente in Italia e trovare una mediazione tra le parti, nell'interesse del cittadino che è stato, è e dovrà rimanere al centro dell'assistenza.

Ecco quanto scrittoci da FIMEUC.

* * *

Carissimo Direttore,

il governo clinico-assistenziale-organizzativo dell’Emergenza Preospedaliera. La grande manifestazione di solidarietà nei confronti di colleghi medici sospesi da alcuni Ordini dei Medici della Regione Emilia Romagna ha suscitato incredulità per un gesto punitivo ritenuto eccessivo e nello stesso tempo ha permesso di riaccendere l’attenzione su un argomento che fino ad oggi aveva interessato solo pochi addetti ai lavori.

La FIMEUC vuole ovviamente associarsi al coro di compartecipazione al disagio che la categoria medica sta vivendo e non solo per rispetto di colleghi che hanno operato in scienza e coscienza.

La reazione degli Ordini ha spiazzato chi avrebbe invece voluto affrontare la questione in maniera scientifica ed istituzionale, con il più esteso coinvolgimento di tutti gli attori interessati, al fine di raggiungere il punto di sintesi tra la sicurezza del paziente e la legittimità dell’operato dei professionisti che a vario titolo sono chiamati ad intervenire in un ambito complesso e difficilmente incasellabile in un unico archetipo organizzativo come l’emergenza sanitaria da garantire fuori dalle rassicuranti mura di un ospedale. Il governo cinico-assistenziale degli interventi deve trovare livelli di controllo che permettano di erogare efficacemente la miglior prestazione utile al paziente coinvolto.

E’ possibile identificare tali livelli:

nella fase di pianificazione:
a. attraverso idonee procedure e istruzioni operative adeguate al personale coinvolto (medici, infermieri, personale tecnico-sanitario) inerenti i principali scenari operativi e percorsi assistenziali;

b. raggiungendo e monitorando la standard formativo utile agli obiettivi nella fase esecutiva: attraverso il supporto da parte della CO118 o, in relazione allo schema organizzativo delle diverse aree, da parte delle postazioni medicalizzate (automedica, elisoccorso).

Nella fase ex-post: attraverso una raccolta dati puntuale, la creazione di registri dedicati alle più frequenti tipologie di pazienti critici, condivisi con le UO che si fanno carico del paziente, attività di audit, ecc.


Pur ritenendo imperfetto stabilire a priori la necessità di medicalizzazione di un territorio senza una contestuale valutazione delle diverse variabili interdipendenti (reale valore aggiunto della medicalizzazione in termini di performance assistenziali, grado e livello assistenziale dell’infermierizzazione, idem per i soccorritori) è necessario individuare dei criteri ragionevoli per un rapporto tra mezzi di soccorso adeguato ed integrato.

E’ indispensabile un atto normativo che identifichi in maniera inequivocabile le caratteristiche professionali di ciascuna Unità Operativa Mobile, intesa come la “struttura” modulare il cui utilizzo è integrato nella rete dell’offerta di prestazioni che si caratterizzano per appropriatezza specifica e differenziata per rispondere a particolari bisogni assistenziali.

La FIMEUC da tempo ha individuato le tipologie di mezzi:

•Unità Operativa Mobile Automedica (autoveicolo di soccorso avanzato) •Unità Operativa Mobile Ambulanza medicalizzata (A) o (A1);
•Unità Operativa Mobile Ambulanza con infermiere (A) o (A1);
•Unità Operativa Mobile Ambulanza con soccorritore (A) o (A1).


La istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza da una parte si prefigge di assicurare un preciso riferimento istituzionale e accademico riguardo alla preparazione professionale dei medici e alle competenze procedurali necessarie al professionista che si confronta quotidianamente con le emergenze e con le urgenze, assicurando un livello standard omogeneo su tutto il territorio nazionale e superando l’attuale soggettivismo interpretativo ed attuativo del sistema Emergenze-Urgenze.

Dall’altra, di estremo rilievo è stato anche il cambiamento nel percorso formativo degli Infermieri italianie l’attuale assetto normativo raggiunto dal personale infermieristico.

L'attività infermieristica è più ricca e complessa e si fonda sulle conoscenze scientifiche, su originali ed elaborati modelli teorici di riferimento, su una precisa deontologia professionale, sulla responsabilità e, infine, su competenze più specialistiche rispetto ad altre figure che operano nel medesimo campo.

I Medici e gli Infermieri del sistema di Emergenza Urgenza operano nella rete dell’emergenza sanitaria nelle sue componenti preospedaliera ed ospedaliera secondo percorsi clinici assistenziali condivisi. Per la complessità dell'iter formativo e a garanzia della qualità negli standard assistenziali, è necessario che il professionista dell'emergenza (medico e infermiere) sia omogeneamente e stabilmente inquadrato nel Sistema.

L’avvenuta abrogazione del mansionario dell’infermiere ed il conseguente indeterminato ampliamento del suo ambito di competenzahanno contribuito a rendere i propri confini non più predeterminati ma dinamicamente individuati ex lege 42/99, rendendo poco agevole l’individuazione di procedure da considerare a priori precluse all’infermiere operante nell’ambito extraospedaliero dell’emergenza-urgenza.

Tuttavia si deve assolutamente cercare di evitare che tra i diversi profili insorgano non auspicabili contenziosi e disdicevoli contrapposizioni, ma che vi sia, al contrario, un’ottimale collaborazione inter- professionale al fine di garantire un prodotto adeguato all’utenza.

Non siamo neanche convinti che sebbene nel campo dell’emergenza, che si connota per la mancanza di un margine di differibilità dell’intervento medico, a differenza di quello dell’urgenza in cui tale margine, ancorché esiguo, ancora esiste, il ricorrere agli estremi dello stato di necessità (ex art 54 c.p.) possa sempre rendere legittimo l’ intervento di personale anche oltre i limiti di propria competenza: esiste l’ambito della pianificazione dove inevitabilmente dovrà essere presa in considerazione il governo clinico di qualsiasi evenienza emergenziale dal momento che non parliamo di assistenza ordinaria.

Altrettanto in maniera critica si sta ponendo la situazione di alcune realtà locali dove al soccorritore è concesso di svolgere funzioni che sono proprie dell’infermiere nel ruolo di collaborazione con il medico, unico soggetto sanitario dell’equipe sul mezzo di soccorso.

Allo stato attuale si ritiene necessario ed indispensabile per garantire la qualità e la sostenibilità del sistema, rivalutare e migliorare il livello essenziale di assistenza nell’ambito dell’emergenza sanitaria definendo senza equivoci che i mezzi di soccorso di base sono dotati di personale esperto soccorritore (BLSD), i mezzi di soccorso intermedio sono dotati di autista soccorritore ed infermiere del S.S.N.(ILS) e che il mezzo avanzato è rappresentato dal medico di emergenza ed infermiere entrambi del S.S.N. (ALS), terrestri e aerei.

Occorre un atto formale che sgomberi definitivamente ogni dubbio dal retropensiero di chi crede di poter contenere i costi trasformando gli operatori in surrogati di professionisti con competenze magari avanzate per formazione e protocolli ma che giuridicamente non sono contemplate dalla normativa vigente (vale per gli infermieri ma anche per i soccorritori).

Le stesse società scientifiche che si sono espresse in merito comunque raccomandano una “disponibilità di continuo contatto tra gli infermieri di emergenza territoriale, il Medico di Centrale Operativa e i Medici del Dipartimento di Emergenza, anche tramite reti Telematiche e di Telemedicina."

Il che vuol significare che va comunque prevista una organizzazione tale per cui sia possibile la terapia "ponte" d' emergenza fino all' arrivo del medico, un approccio terapeutico condiviso col medico anche se non presente sul posto ma in CONTATTO attraverso una rete di telemedicina avanzata e la presenza del medico in Centrale Operativa con comprovata esperienza nel settore dell’emergenza-urgenza e con specifiche funzioni di coordinamento e governo clinico, in collaborazione con le figure di coordinamento infermieristico.

Tale presenza deve essere considerata indispensabile nell’ottica di CO di area vasta, aggregando diversi sottosistemi a valenza provinciale e trovandosi nei fatti a gestire risorse sovraprovinciali.

La FIMEUC si auspica che Ministero e Regioni attivino presto i tavoli tecnici dove la questione possa essere definita al più presto in modo da ripristinare un clima più sereno dove tutti umilmente possano rivedere le proprie posizioni nell’interesse comune della collettività.

FIMEUC - Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza

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