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Malcontento medici, 1 su 2 non si sente gratificato da professione

di Redazione

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Roma, (Adnkronos Salute). I medici italiani? Si sentono solo dei burocrati, per niente gratificati dalla professione e dalla carriera. E' quanto emerge da un sondaggio condotto su più di 6 mila medici, commissionato da Cimo Asmd, presentato oggi a Roma alla vigilia del 30esimo congresso nazionale dell'Associazione.

 

 

Dall'indagine emerge che il 73% dei medici ritiene che il suo lavoro sia solo un adempimento di natura legislativa e gestionale. Il 93% si sente equiparato ad un qualsiasi dirigente dell'amministrazione pubblica e 1 medico su 2 non si sente più gratificato dalla sua professione. E ancora. Il 52% dei medici intervistati pensa che la professione non corrisponde alle aspettative e l'82% sostiene che negli anni il lavoro non sia migliorato affatto. Di questa idea sono soprattutto i medici di sesso maschile e di età compresa tra i 40 e 50 anni.

 

"Esiste una questione medica ed è criminale non considerarla", spiega Riccardo Cassi, presidente Cimo Asmd. "Chi lavora in ospedale o in un’altra struttura sanitaria pubblica e si prende cura della salute dei cittadini e li assiste nei momenti più critici dell’esistenza umana, non può, aggiunge, sentirsi frustrato o relegato al ruolo di burocrate". Secondo Cassi, questo significa che si preferisce privilegiare l'aspetto dirigenziale rispetto a quello professionale.

 

"Il dirigente medico, sottolinea Cassi, è stato progressivamente assimilato contrattualmente alla dirigenza statale, tendenza fortemente voluta dalle Regioni. Nella dirigenza si perde la peculiarità e la specificità delle professioni, creando una confusione di ruoli e competenze, una sovrapposizione di responsabilità gestionali e professionali, un permanente conflitto tra chi fa cosa e chi ne risponde, il tutto acuito dall'assenza di una chiara normativa di riferimento nazionale".

 

Anche alla luce di questi risultati, la Cimo Asmd ritiene che sia quindi giunto il momento "di una riforma quater che corregga gli errori del passato, restituisca al medico il ruolo che gli compete e conclude Cassi, riporti l'atto medico al centro delle cure"

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