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editoriale

L'uso indiscriminato dell'antibiotico: un'abitudine troppo difficile da abbandonare

di Angela Iula

L'antibiotico è un medicinale il cui compito è quello di combattere i batteri nocivi che il nostro organismo, nonostante le difese immunitarie, non riesce a distruggere. Esso è tuttavia del tutto inefficace contro i virus, responsabili del 70-80% dei raffreddori, mal di gola, bronchiti, mal di orecchi e malanni di stagione che colpiscono adulti e bambini.Un uso eccessivo e improprio di antibiotici può danneggiare la flora batterica (i batteri "buoni" che si trovano nell'intestino) causando disturbi come la diarrea e rendendo l'organismo più vulnerabile alle infezioni.

L'Italia è tra gli stati europei che registrano il maggior consumo di antibiotici. Questo fenomeno si manifesta con più frequenza nelle regioni del Centro e del Sud e i principali 'utilizzatori' sono i bambini, in particolare quelli in età prescolare. Spesso sono i genitori, che presi dall'ansia, sollecitano la prescrizione intimoriti dalla febbre del bambino. In realtà, la febbre è un'alleata dell'organismo, un meccanismo di difesa contro l'attacco di virus o batteri.
Iniziare una terapia antibiotica subito dopo la comparsa della febbre non serve a niente: bisogna aspettare dai 2 ai 4 giorni per capire se l'infezione è di natura virale o batterica . Infatti se è virale dal terzo giorno circa, la febbre diminuisce spontaneamente fino a scomparire.

Quando e come usare l'antibiotico: le regole d'oro

• Non bisogna utilizzarli per l'influenza
• Non usare antibiotici avanzati da terapie precedenti evitando la terapia fai da te.
• Assumere antibiotici solo se prescritti dal medico.
• Seguire scrupolosamente le indicazioni del medico riguardo ai tempi e ai modi di somministrazione.
• Per prevenire le infezioni occorre avere una buona igiene personale (lavarsi le mani: un gesto semplice ma efficace) e ambientale.

Perché un loro impiego eccessivo fa male?

Prima di tutto non bisogna sottovalutare gli effetti collaterali che spesso passano inosservati ma il problema maggiore è quello delle resistenze batteriche; un uso indiscriminato degli antibiotici ha portato alla nascita di ceppi batterici resistenti ai principi attivi che utilizziamo così frequentemente.
Oggi, infatti, per curare alcune malattie, si devono utilizzare antibiotici diversi o con dosaggi più elevati. E dobbiamo aspettarci che nel futuro gli antibiotici comuni avranno un'efficacia sempre minore, a discapito della salute di tutti.
In Europa la resistenza agli antibiotici ogni anno uccide 25.000 persone circa, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) con sede a Stoccolma, Svezia.

Cosa deve fare l'infermiere? 

L'infermiere ha un ruolo chiave per quanto riguarda i diversi aspetti dell'interazione sanità-paziente.
Innanzitutto fa da mediatore informativo controllando la correttezza della formulazione e la verifica della prescrizione ( dosaggio, compatibilità, stabilità dei farmaci, contenitori e dispositivi medici idonei) ma anche la correttezza dell'allestimento (tecnica asettica e controllo della preparazione).
Inoltre sono stati identificati come principali vettori di diffusione dei virus e batteri gli ambienti ospedalieri sporchi.
Sono necessari, quindi, miglioramenti sanitari negli ospedali e dei nuovi regolamenti per medici ed infermieri, affinchè si passi da una metodologia "curativa" a "preventiva" per la salute del malato.

« La prima regola degli antibiotici è cercare di non usarli, la seconda è cercare di non usarne troppi. »
(Paul L. Marino, The ICU Book)

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