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L'uso della Marijuana va "normalizzato"

di Alberto Ravaioli

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È di questi giorni la notizia che l'uso terapeutico della marijuana, sottolineo terapeutico, ha ricevuto l'approvazione della Regione Abruzzo (e di altre) e il via libera dal Governo Centrale.

 

 

 

 

Era molto che si aspettava questo provvedimento in relazione alle richieste di un numero non irrilevante di pazienti che sostenevano e sostengono che con la sostanza in oggetto riescono a ottenere maggiore sollievo per alcuni sintomi in alcune patologie, spasmi e dolori muscolari nella sclerosi multipla, nausea e vomito e dolore neuropatico in oncologia durante alcuni trattamenti di chemioterapia.

 

Non si capivano i ritardi in questi settori in relazione al fatto che per altre sostanze sempre stupefacenti, con le opportune regole, esisteva ed esiste la possibilità dell'uso sempre, grossolanamente parlando, per le stesse sintomatologie.

 

Tanto è che il dibattito in Italia lo era e lo è ancora aperto, per una certa resistenza da parte dei medici e dei pazienti a usare gli oppioidi, in molti pazienti con gravi dolori, per preconcetti per i quali è nato anche il movimento di opinione Ospedale senza dolore.

 

Ma ora che l'approvazione è arrivata, la marijuana a uso terapeutico deve essere trattata come gli altri farmaci stupefacenti: né più né meno. Non si deve dare l'impressione che dietro il suo uso 'terapeutico' ci siano tentativi di spingere verso usi 'impropri', che vadano altre la palliazione dei sintomi.

 

Un utilizzo diverso da quello terapeutico deve seguire altri canali e all'uso cosiddetto 'ludico' – l'ho più volte sottolineato – sono personalmente fermamente contrario. La marijuana, come gli altri stupefacenti, anche se in modo diverso, può fare diminuire la capacità attentiva, rende molto pericolosa la guida di veicoli a motore e non, può determinare sbalzi di umore, può indurre depressione e nell'uso prolungato deformazione della personalità e deficit cognitivo...e altro.

 

Ma torniamo all'uso terapeutico . In questo campo ora devono essere definiti con precisioni i campi applicativi, i vantaggi del farmaco, gli svantaggi e gli effetti collaterali , come per qualsiasi altro farmaco. E i medici di base devono anche essi – se saranno autorizzati – seguire regole precise nelle prescrizioni.

 

Lo stabilisce anche un recente articolo dei Reumatologi che su Arthritis Care Research, una rivista scientifica, esprimono le loro perplessità sull'uso della marijuana per combattere il dolore cronico delle patologie reumatologiche e sostengono che i rischi possono essere maggiori dei benefici.

 

Quindi in questo settore un uso prudente deve essere consigliato.

 

Ma andando oltre la specifica patologia, occorrerà stabilire con precisione per quali sintomi e per quali pazienti l'uso del farmaco sarà concesso e occorrerà seguirne gli effetti collaterali.

 

Per le persone sane e che non hanno bisogno di medicine non dimentichiamo poi che anche il nostro organismo produce sostanze euforizzanti, le sostanze sono conosciute come endorfine e sono prodotte in misura maggiore in chi fa vita sana, regolare e intensa attività motoria e fisica.

 

Editorialista
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