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Lorenzin: "occorre riaprire il dialogo tra Medici e Infermieri, comma 566 opportunità persa"

di Angelo

LOrenzinRimini

Alla terza conferenza nazionale dei medici e degli odontoiatri di Rimini confronto tra Chersevani e Mangiacavalli sul rapporto tra le due professioni e gli altri operatori della salute.

RIMINI. Grande partecipazione di medici ed odontoiatri alla Terza Giornata nazionale della professione, appena conclusasi a Rimini presso il locale Palacongressi. Il tema conduttore dell’iniziativa è stato “Guardiamo al futuro - Quale medico, quale paziente, quale medicina nel Sistema Sanitario Nazionale?”. 

Ad organizzare l’appuntamento la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FNOMCEO), come noto presieduta da Roberta Chersevani, e l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri (OMCEO) di Rimini, capitanato da Maurizio Grossi.

All’evento formativo ha preso parte anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e il presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, Barbara Mangiacavalli.

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Il ministero Lorenzin con la Chersevani e Grossi.

Lorenzin tra le tante problematiche affrontate ha ampiamente parlato del rischio clinico e della opportunità offerta dal Comma 566: “vi è un confronto non semplicissimo tra gli esponenti in campo. Fino a che non ci sarà un punto di caduta che ci permette di andare avanti è difficile poterlo fare, in un senso o nell’altro; per cui torniamo tutti a sederci ad un tavolo di lavoro e ripensiamo alla riforma; Medici ed Infermieri possono e devono collaborare assieme; il Governo e il mio Ministero stanno pensando ad un fondo da impinguare anno per anno che sia a totale disposizione dei professionisti della salute, ma tutto dovrà essere deciso in fase di Stabilità; chiedo aiuto per la campagna vaccinazioni e Rimini è una delle piazze in cui si vaccina di meno”.

Dello stesso avviso l’intervento della Mangiacavalli intervenuta nell’ambito della tavola rotonda sul tema “Rapporti con le professioni sanitarie: responsabilità e competenze”. Per la presidente degli Infermieri Italiani occorre necessariamente riprendere il dialogo tra Infermieri e Medici nell’interesse dell’utente finale, l’assistito, il paziente e la sua famiglia.

“I tempi sono maturi per un confronto sereno e costruttivo - ha spiegato Mangiacavalli - gli Infermieri di oggi non sono più quelli di ieri, sono professionisti della salute formati e preparati per assistere il paziente e i suoi cari a 360°. La mano è tesa, troviamo una intesa”.

Chersevani, dal canto suo, ha colto la palla al balzo e ha ricordato che è possibile una intesa con gli Infermieri e gli altri professionisti della salute: “un bravo medico oggi non può evitare di avvalersi dell’apporto di figure professionali importanti e competenti”.

Medici e Infermieri, dunque, continuano ad annusarsi e a provare a collaborare. La strada è ancora tutta in salita, l’importante è non smettere di provarci continuando a mettere al centro delle cure e degli obiettivi assistenziali il paziente, vittima spesso indifeso e incolpevole di diatribe e lotte di campanile che non hanno più motivo di esistere.

Il SSN è uno ed uno solo e nel rispetto delle professionalità, delle competenze e delle regole deontologiche di ciascuno può continuare ad esser gestito da una unica equipe di operatori della salute composta sì da Medici, ma anche da Infermieri e da altre figure sanitarie.

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