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Lombardia: rivoluzione nel sistema sanitario ragionale

di Marco La Monica

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VARESE. La sanità lombarda non sarà più la stessa, il sistema ospedalocentrico tanto vantato dalla giunta Formigoni sembra non reggere più le esigenze della regione. Così l’assessore Mantovani e la nuova giunta Maroni stanno riflettendo su come rendere migliore il sistema sanitario regionale. 

La fotografia della situazione attuale è: 29 aziende ospedaliere e 5 IRCCS per 37.000 posti letto suddivisi in 99 presidi, oltre a 80 case di cura private e 20 IRCCS privati a contratto. Come si evince dai numeri la situazione regionale è molto frammentata e le alte specializzazioni (cardiochirurgie, neurochirurgie, chirurgie toraciche, emodinamiche) sono troppo presenti nel territorio e non hanno una richiesta adeguata in funzione dell’offerta.

 

Il versante delle cure croniche è esattamente l’opposto, i reparti di base sono intasati da pazienti che potrebbero benissimo essere curati a casa propria o in altre strutture.

 

La nuova fisionomia della sanità lombarda dovrebbe essere basata su tre livelli di strutture:

  • i centri specializzati: gli ospedali con le massime specialità citate prima, dovrebbero essere uno per ogni milione di abitanti. Per avere una domanda alla portata dell’offerta, saranno una decina su tutto il territorio della Lombardia accorpando strutture e direzioni generali;
  • ospedali satelliti: saranno quelle strutture legate ai maxipoli specialisti, dove verranno curati pazienti che non necessitano di cure molto specialistiche ma che al tempo stesso possono essere trattate solamente in una struttura ospedaliera;
  • servizi territoriali: questa è la grande scommessa del nuovo sistema regionale, infatti, queste strutture in relazione con i medici di base dovranno prendersi cura di tutti i pazienti cronici (diabetici o pazienti con malattie cardiache o respiratorie) che hanno bisogno di un’assistenza continua e attenta ma che non hanno l’esigenza di un ricovero in corsia.

 

La professione infermieristica potrà giocare un ruolo fondamentale all’interno del nuovo assetto regionale. Soprattutto nei nuovi servizi territoriali, gli infermieri con la loro preparazione e competenza potranno portare innovazione e un nuovo respiro alla sanità regionale.

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