La scrittura è un mezzo per farsi ascoltare e per ascoltare il paziente.
AOSTA. Ogni infermiere ha qualcosa da raccontare. Non può che essere così. Testimone di migliaia di vite che incontra quotidianamente durante il suo lavoro. Gli infermieri possono raccontare storie di sorrisi luminosi, di lacrime calde, di pensieri invisibili che solo loro riescono a rendere manifesti osservando i loro assististi e percependone le vibrazioni nell'aria.
Gli infermieri non sono freddi automi, sono persone ed assorbono la miriade di emozioni e sentimenti degli altri e la trasformano in materia del proprio corpo.
La scrittura nella vita di un professionista assume una valenza particolare a seconda del suo vissuto, della sua esperienza. Nella mia, far scorrere la penna su di un foglio di carta bianca è stato come spalmare un balsamo guaritore sull'anima.
Quale che sia il significato nell'intimità del professionista, il ruolo sociale e la responsabilità che egli assume sono orientati verso due entità: il paziente e la professione stessa.
L'infermiere-scrittore e il paziente
La relazione che si crea tra un paziente e il suo infermiere è una magia. Un incontro di esperienze che si scambiano, si fondono, mutano forma e crescono assieme. La scrittura non è altro che la dimostrazione tangibile di questa interazione. L'infermiere che scrive di un proprio paziente dimostra che “l'abitudine” nell' assistenza non è poi così la regola.
La responsabilità che assume è grandissima poiché segnerà la memoria della persona nel tempo e l'impronta che essa ha lasciato nel mondo.
L'infermiere e la professione
L'infermiere che narra la sua professione mette in gioco la reputazione della Professione stessa. Se i sanitari posssono percepire il “dietro le quinte”, essere indulgenti nei confronti dei colleghi, chiunque altro al di fuori del nostro mondo assume come Verità quella scritta, senza saper cogliere (non per colpa) le sfumature.
L'infermiere che scrive può però veicolare tra i cittadini l'immagine della professione infermieristica e abbattere la grande quantità di false credenze e stereotipi che la incatenano ad un modello culturalmente vecchio. Che ce ne faremmo delle competenze avanzate se le persone che assistiamo sono ancora convinte che la “puntura” è l'unica cosa che ci possono chiedere?!?!
L'infermiere scrittore è un importantissimo strumento di autoanalisi. Non accetteremmo facilmente la critica di un profano e rinchiuderemmo la sua opinione nell'angolino dell'ignoranza. Ma un collega capisce bene quali sono i punti forti e i punti deboli della professione, specialmente se cambia il punto di vista e si trova a subire le cure anziché prestarle.
Testimonianza, informazione, crescita professionale. La scrittura può diventare nelle mani degli infermieri un mezzo per farsi ascoltare, per rendersi visibili e rendere Onore alle proprie competenze ed ai traguardi professionali faticosamente raggiunti.
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