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LONDRA. Un antibiotico può dare disturbi di tipo cardiaco? E' quanto si sono chiesti i ricercatori dell'Università di Dundee nell'ambito di uno studio pubblicato nei giorni scorsi sul British Medical Journal. Il farmaco sotto accusa è la claritromicina, usato in massima parte per trattare le infezioni respiratorie a partire dalla polmonite che potrebbe essere associato a un maggior rischio di problemi al cuore.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 1.343 pazienti con Bronco Pneumopatia Cronico Ostruttiva (Bpco) e 1.631 con polmonite, verificando il tasso di eventi cardiovascolari successivi all'uscita dall'ospedale.
Dallo studio, inoltre, è emerso che il 26% dei pazienti trattati con l'antibiotico hanno avuto un problema cardiaco successivamente all'assunzione, mentre in chi non aveva fatto uso del farmaco il tasso era del 18%. Il risultato ottenuto ovviamente andrebbe approfondito, ma è evidente che 1/4 di coloro che assumono l'antibiotico porebbero essere a rischio di eventi indesiderati gravi.
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