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La solitudine dei numeri primi

di Ursola Renzi

Il mio nemico non sono le istituzioni o lo stato, il nemico con cui devo combattere ogni giorno me lo ritrovo tutte le mattine davanti allo specchio, sono io con tutto il fardello di incongruenze che pesantemente mi trascino dentro.

Penso che ogni essere debba fare i conti con i propri fantasmi, i propri limiti.

Qualcuno di noi ha ostacoli oggettivi più invalidanti come disabilità fisiche o psichiche che ne condizionano le capacità relazionali che ne limitano l’autonomia, ma tutti hanno una battaglia personale, che combattono ogni giorno contro se stessi e le attese mancate, con ciò che crediamo di essere e quello che invece vedono gli altri in noi, contro i sensi di colpa per le aspettative disattese dei nostri genitori o partener questa lista potrebbe continuare all’infinito, come infiniti sono gli esseri umani che quotidianamente si guardano allo specchio e trovano lì di fronte ad attenderli il peggior nemico di un uomo o una donna: se stesso.

L’espressione artistica ha cercato più volte di dare voce a quella che si potrebbe definire un dato ineluttabile della natura umana… questa incapacità di accettare se stessi. Potrei suggerirvi innumerevoli titoli in cui ho trovato e mi sono ritrovata, però credo fortemente che ognuno debba cercare le risposte a modo proprio. Sono convinta che quello che cercheremo sarà diverso con il passare degli anni e che le domande non cesseranno mai.

Mi guardo e mi domando:

– quando la mia rabbia sarà ammansita dalla ragionevolezza?

– quando smetterò di prendere la vita come un affronto personale?

Ognuno si ponga le proprie domande.

Un giorno le metteremo tutte in fila, così che potremmo leggere negli altri i nostri stessi dilemmi e così potremmo dire di non essere soli.

Per chi ha voglia di vedere quanto può essere difficile la battaglia contro il nemico che abbiamo dentro suggerisco un libro:

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI, di Paolo Giordano. Opera prima, vincitrice del Premio Strega e Premio Campiello 2008.

ALCUNE FRASI DEL LIBRO

“Parlavano poco, ma trascorrevano il tempo insieme, ognuno concentrato sulla propria voragine, con l'altro che lo teneva stretto e in salvo, senza bisogno di tante parole.”

“C'era qualcosa, che le faceva venire voglia di avvicinarsi, di sollevargli il mento e di dirgli guardami, sono qui.”

“Sapeva che tutta la violenza era racchiusa nella precisione di un dettaglio.”

“Mattia pensava che lui e Alice fossero due numeri primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza da sfiorarsi davvero.”


 
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