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La ricerca oncologica a gonfie vele a Casa Sollievo della Sofferenza

di Angelo

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SAN GIOVANNI ROTONDO. La ricerca scientifica, in particolare quella condotta in campo oncologico, va a gonfie vele a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. A seguito dei risultati positivi raggiunti negli ultimi tempi, il nosocomio garganico si attesta ai primi posti nella classifica mondiale.

Oltre allla ricercatrice Lucianna Moscarella (di cui parliamo a parte), troviamo ai vertici della ricerca garganica altri tre giovani ricercatori, gli stessi che condividono il finanziamento ministeriale di € 850.000 destinato alla copertura dei diversi progetti presentati, ottenuti grazie al superamento di due appositi bandi.

Nella graduatoria dei progetti finanziati dal predetto fondo finanziario ministeriale, ci sono quelli di Alessandro De Luca (Laboratorio di Cardiopatie Congenite), di Valerio Pazienza (Laboratorio di Gastroenterologia) e di Alfredo Scillitani (Unità Operativa Complessa di Endocrinologia).

Il progetto di Pazienza, che ha per titolo lo “ Studio della proteina Macro HA " nella patogenesi dell’epatocarcinoma associata alla sindrome metabolica”, proseguirà il suo lavoro sulla base di uno studio precedentemente effettuato in collaborazione con il dr. Manlio Vinciguerra del Birkberck College University di Londra. Al riguardo, quest’ultimo ha già ottenuto l’importante risultato preliminare di aver scoperto la macro H2A (una proteina presente nel nucleo delle cellule, coinvolta nell’”impacchettamento” del DNA e conseguentemente nell’espressione dei geni) che regola l’accumulo di grasso nel fegato.

Tale fenomeno è alla base dello sviluppo della “steatosi epatica”, patologia presente nel 30-40% dlla popolazione, che rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo dell’epatocarcinoma. Lo stesso studio ha come obiettivo la comprensione dei meccanismi molecolari attraverso cui macroH2A “accende” o “spegne” i geni coinvolti nell’accumulo di grasso all’interno delle cellule epatiche. In base ai risultati che si otterranno, i pazienti potranno essere stratificati sulla base dell’espressione di macroH2A e ricevere un trattamento più consono al loro quadro clinico.Il progetto verrà realizzato in collaborazione con il Dr Gianluigi Mazzoccoli dell’UOC di Medicina Interna.

Per quanto attiene Alfredo Scillitani, il progetto finanziato si occuperà di approfondire il tema dell’Iperparatiroidismo Primitivo (iperfunzione delle ghiandole paratiroidi) e della valutazione degli effetti terapeutici con vitamina D sulle parti e le malattie conseguenti. Al progetto partecipano gruppi di varie università italiane (Foggia, Milano, Napoli, Roma), ospedali (Acquaviva delle Fonti, Cuneo, Roma) oltre che all'estero ( Montreal ).

La supplementazione con vitamina D potrebbe ridurre le complicazioni dell’IPP e forse una parte di queste potrebbero essere definitivamente risolte con l’anzidetto apporto vitaminico, senza alcun ricorso all’intervento chirurgico.

I soldi ricevuti saranno investiti per la prosecuzione degli esami richiesti e per la copertura di borse di studio per la formazione di qualche giovane medico ed esperto in materia.

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