Il film 87 ore e un dibattito sulla campagna "E tu slegalo subito". Basaglia diceva: quando vedi un uomo legato, tu slegalo subito. Questo è un evento di grande interesse per gli Infermieri, cittadini e tutti i professionisti. Ci permetterà di analizzare e discutere con serenità ed onestà un fenomeno che merita attenzione e sensibilizzazione non solo nella comunità professionale ma nella cittadinanza tutta
GROSSETO. Una iniziativa da non dimenticare sul tema attuale e dibattuto della contenzione. Mercoledì 10 febbraio alle ore 20:30 al Cinema Stella per la proiezione del film "87 ore" con successivo dibattito sul tema della contenzione.
Dopo aver aderito alla campagna "E tu slegalo subito" ( campagna nazionale per l’abolizione della contenzione promossa dal Forum Salute Mentale) il Collegio IPASVI di Grosseto organizza un evento aperto a tutta la cittadinanza con il patrocinio del Comune di Grosseto.
Vi aderisce con fare propositivo preparando un importante evento che vuole analizzare, dibattere, affrontare il problema insieme a tutti i cittadini.
"Siamo molto orgogliosi dell'iniziativa che ci permetterà di analizzare e discutere con serenità ed onestà un fenomeno che merita attenzione e sensibilizzazione non solo nella comunità professionale ma nella cittadinanza tutta"
La proiezione del film "87 ore" e dibattito successivo moderato dal portavoce Italia di Amnesty International Riccardo Noury. Sarà presente la Nipote del Maestro Francesco Mastrogiovanni Grazia Serra, la regista del film Quatriglio, Nicola Draoli e Mirella Santucci, Presidente e Conligera IPASVI Grosseto e Roberto Madonna Presidente OMCeO Grosseto.
Ecco nel dettaglio le motivazioni che hanno portato il collegio IPASVI di Grosseto ad aderire a questa iniziativa:
La contenzione può essere considerata un atto umanamente accettabile?
Può essere considerata un atto sanitario che risponde ad un bisogno di salute?
Nella “cassetta degli attrezzi” di un Professionista Sanitario possiamo trovare lo strumento della contenzione?
La contenzione...
Non risponde ad alcun bisogno
Non promuove la salute del soggetto/comunità
Non cura
Non è terapeutica
Non abilita
Non fa diagnosi...e può essere causa di gravi complicanze.
Come Collegio ci stiamo interrogando molto in merito.
Indipendentemente dai mandati professionali, quale intimo approccio culturale abbiamo noi infermieri nei riguardi nella contenzione?
E quale è la nostra impressione riguardo alla visione che i familiari dei nostri assistiti, gli altri professionisti e tutti i soggetti che incontriamo nel percorso di cura e che portano un peso nelle scelte hanno della contenzione?
Quali resistenze al cambiamento troviamo nel sistema e nell’organizzazione?
D’altronde se la contenzione non è un “consueto” atto sanitario va anche da se che non si può neppure protocollare come prassi automatizzata e non si possono avere linee guida standardizzabili sul suo utilizzo.
Francesco Maisto, Presidente del Tribunale di Sorveglianza Bologna, afferma: “Contro la Costituzione non vale alcun protocollo, non vale alcun regolamento, non vale nessuna legge……. Il protocollare certe situazioni può dare un senso di deresponsabilizzazione e d’impunità consequenziale all’operatore in generale. Se un’operazione è di stato di necessità, come dice lo stesso codice penale all’articolo 54, significa che non ci troviamo di fronte ad un’operazione propria con delle qualificazioni giuridiche”.
Lo stato di necessità tra le altre cose è un’operazione che riguarda tutti i cittadini indipendentemente da ciò che fanno nella vita, e in tal senso la norma dice chiunque si trovi in stato di necessità, e resta il fatto che si devono verificare i presupposti dello stato di necessità.
Sulla esigibilità dei diritti e sulla eliminazione della contenzione, si sente poi, spesso obiettare che le risorse sono finite e non sono sufficienti. Eliminare la contenzione richiederebbe di poter disporre di una dotazione di personale enorme che non possiamo permetterci. Il vincolo delle risorse d’altronde è un fatto reale.
Il Professionista che si trova costretto a calpestare il proprio mandato deontologico per costrutti organizzativi inefficaci e ambienti culturalmente impreparati si trova in una condizione alienante dal punto di vista umano e professionale….e per questo merita di essere affrontata, dibattuta, senza ipocrisie e con estrema e lucida onestà intellettuale.
I diritti del resto hanno una gerarchia ed il diritto alla libertà del proprio corpo è al vertice……..e la questione non è l’esistenza delle risorse, bensì la loro allocazione; come sono distribuite rispetto alla gerarchia dei diritti?
Il primo garante dei diritti sociali non può che essere il potere politico (inteso come legislativo ed amministrativo) che ha proprio la funzione di allocare le risorse.
E allora IL COLLEGIO IPASVI DI GROSSETO in ossequio:
ALL’ARTICOLO N. 13 DELLA COSTITUZIONE CHE AFFERMA CHE:
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà [..]
ALL’ARTICOLO N. 32 DELLA COSTITUZIONE CHE AFFERMA CHE:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
AL PIANO SANITARIO E SOCIALE INTEGRATO REGIONALE 2012 – 2015 (REGIONE TOSCANA), CHE AL CAPITOLO INERENTE IL SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA, PAG. 181 ESPLICITA CHE:
La gestione delle urgenze, delle crisi e delle acuzie è ordinariamente assicurata attraverso i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC). All’interno di tali servizi la persona ha diritto che sia tenuto conto della sua volontà e del progetto personalizzato se già in atto o, se non presente, da elaborare quanto prima attraverso la collaborazione tra medici ed infermieri del SPDC ed operatori territorialmente competenti.
Le porte del SPDC devono rimanere aperte, come tutti i luoghi dell’ospedale, anche per evitare la connotazione di luogo separato, che produce stigma, per i soggetti affetti da disturbi psichiatrici.
Si conferma il tassativo divieto di ogni forma di contenzione fisica ed una attenzione continua all’appropriatezza del ricorso alla terapia farmacologica.
La Regione Toscana si impegna a diffondere la cultura dell’audit civico sul funzionamento del SPDC, con la partecipazione delle associazioni dei cittadini, soprattutto degli utenti e dei familiari.
ALL’ARTICOLO N. 30 DEL CODICE DEONTOLOGICO DELL’INFERMIERE IL QUALE AFFERMA CHE:
L'infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali.
AL COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA CHE:
ribadisce l’orizzonte bioetico del superamento della contenzione, nell’ambito di un nuovo paradigma della cura fondato sul riconoscimento della persona come tale, nella pienezza dei suoi diritti (prima ancora che come malato) […] e che il ricorso alle tecniche di contenzione meccanica deve rappresentare l’extrema ratio e si deve ritenere che – anche nell’ambito del Trattamento Sanitario Obbligatorio – possa avvenire solamente in situazioni di reale necessità e urgenza, in modo proporzionato alle esigenze concrete, utilizzando le modalità meno invasive e solamente per il tempo necessario al superamento delle condizioni che abbiano indotto a ricorrervi.
ADERISCE alla campagna nazionale per l’abolizione della contenzione promossa dal Forum Salute Mentale, di cui:
E TU SLEGALO SUBITO….. ne è il titolo……. titolo che rimanda ad una frase che il Dr. Franco Basaglia ripeteva spesso (“quando vedi un uomo legato, tu slegalo subito”).
Vi aderisce con fare propositivo preparando un importante evento che vuole analizzare, dibattere, affrontare il problema insieme a tutti i cittadini.
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