L'intesa Stato-Regioni, che determinerà un nuovo, ulteriore, taglio al Fondo Sanitario Nazionale. Per la precisione, si tratta di 2,6 miliardi di euro.
I parlamentari del MoVimento 5 Stelle, nella persona della Capogruppo alla Camera Fabiana Dadone, hanno scritto una lettera ai Presidenti di Regione per chiedere di non dare il proprio assenso all'intesa Stato-Regioni che, per il 2015, determinerà tagli al comparto sanità per 2,6 miliardi di euro.
Gentili Presidente,
i cittadini sono totalmente contrari all’ulteriore depauperamento del nostro sistema sanitario e, per questa ragione, Le chiediamo di non apporre la sua firma alla prossima intesa Stato-Regioni, che determinerà un nuovo, ulteriore, taglio al Fondo Sanitario Nazionale. Per la precisione, si tratta di 2,3 miliardi di euro.
Questo nuovo, feroce, attacco nei confronti della nostra sanità è frutto di una gestione economicistica del Paese e del suo welfare, imposta all’Italia direttamente dalla Troika, che non è più sostenibile. Una gestione che nulla di buono ha portato ai Paesi che si sono piegati ai diktat dell’Europa. Per fare il bene dei nostri cittadini e dell’Italia l’unica strada percorribile è quella di opporsi a queste politiche.
Il Governo Renzi ha già dimostrato, in perfetta continuità con quelli che lo hanno preceduto, di non avere alcuna capacità, o volontà, di programmazione in tema di sanità. Questa nuova manovra “bancomat”, però, davvero non possiamo permettercela perché infliggerebbe al nostro sistema sanitario un colpo mortale.
Sulla carta abbondano le dichiarazioni d’intenti e le norme, in ambito di programmazione sanitaria, si sommano senza sosta. Quel che manca però sono progetti concretamente realizzabili e risultati tangibili. Un esempio tra i numerosi che potrebbero essere qui riportati: sono più di 20 anni che si parla (e sogna) di equilibrio tra costi e ricavi per le aziende sanitarie, previsto già nel lontano 1992 (D.Lgs 502/92) e rimasto lettera morta.
Anche in tempi recenti i nostri governanti hanno ampiamente disatteso le aspettative. L’ultimo esempio in tal senso è rappresentato dal Patto per la Salute 2014-2016, approvato il 10 luglio 2014. Finalmente le Regioni “possono programmare le loro attività per i prossimi tre anni”. Mentre il Ministro Lorenzin pronunciava trionfante queste parole, per tutte le persone intellettualmente oneste, era evidente che realizzare una previsione di finanziamento del SSN basata sulla fragile base della presunta crescita del PIL, costituiva soltanto un’operazione politico- finanziaria “creativa”.E difatti, a distanza di 5 mesi dagli annunci, attraverso la Legge di Stabilità il Governo tagliava indirettamente il Fondo Sanitario Nazionale in misura di 2.352 milioni di euro a partire dal 2015.Gentile Presidente, Le facciamo notare che la sanità rappresenta quasi il 14% della spesa pubblica totale del nostro Paese (110 miliardi su 800) ma contribuisce ai tagli previsti nel Def in misura del 35% (2,6 miliardi su 7,5). Il Def prevede una riduzione della spesa pubblica dello 0,9% (7,5 miliardi su 800) ma, in proporzione, quella del SSN viene tagliata quasi del triplo: il 2,4% (2,6 miliardi su 110).
Si tratta di una precisa scelta politica del Governo Renzi, con la piena complicità del Ministro Lorenzin, non sappiamo fino a che punto avallata dal presidente della Conferenza Stato-Regioni, Sergio Chiamparino, che ha deciso di colpire la spesa pubblica attingendo prevalentemente dalla sanità.
Diversi tra voi Presidenti di Regione, si sono più volte espressi pubblicamente contro gli inaccettabili tagli che il Governo vorrebbe imporre. Allora, le poniamo una semplice domanda: se è davvero contrario, perché non si oppone? Questa opzione rientra tra i Suoi attributi.
Lei, inoltre, non solo gode della legittimazione popolare dei cittadini che l’hanno votata ma oggi è un’istitituzione più credibile rispetto a un Parlamento, e di riflesso a un Governo, “abusivo” perché nato da una Legge Elettorale dichiarata incostituzionale.
Lei ha la possibilità e il dovere di opporsi a una politica economica cieca, che continua a colpire i cittadini più deboli nei loro diritti essenziali. Tra questi diritti c’è anche quello, fondamentale alla salute, come previsto dall’articolo 32 della Costituzione.
Scriviamo a Lei, così come ai Suoi colleghi Presidenti di Regione poiché, indipendentemente dal colore politico, siamo certi che sappia perfettamente quanto sia iniquo questo provvedimento e come vi siano altre voci di spesa che potrebbero essere tagliate rispetto a quelle attualmente previste.
Si tratta di sprechi di fondi pubblici e di seguito riportiamo alcuni interventi che anche Lei potrebbe realizzare:
- ridurre i costi dei consigli regionali che oggi ci costano in tutto più di 1 miliardo l’anno;
- ridurre i costi delle auto blu e grigie che dall’ultimo censimento della Formez risulta di 17.299 a carico delle sole asl su un totale di 53.422. Un costo totale annuo di circa 1 miliardo su cui le asl pesano per quasi 1/3.;
- ridurre i costi delle partecipate locali. Ci sono 7.726 partecipate locali al 31 dicembre 2012 (in Francia sono 10.000) con perdite di esercizio di 1.200 euro l’anno. Ve ne sono almeno 3.000 con meno di 6 dipendenti. In circa metà delle partecipate dei comuni censite dal Cerved il numero dei dipendenti è inferiore al numero delle persone che siedono nei consigli di amministrazione con il sospetto che molte siano state create principalmente per dare posizioni di favore a qualche amministratore o dipendente. Lì è stato calcolato un risparmio di 2-3 miliardi l’anno.
Riformare la sanità, senza attuare tagli in maniera indiscriminata, può e deve essere un’occasione per portare a tutta la popolazione salute e benessere: si tratta della prima e più grande ricchezza a disposizione dell’essere umano.
Con l’auspicio di poter affrontare insieme a Lei una battaglia di civiltà in difesa di un diritto fondamentale e di ricevere una risposta positiva a questo appello, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.
Il MoVimento 5 Stelle
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