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Intensità di cura: l'esperienza del Galliera di Genova

di Tania Buttiron Webber

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Ottimo riscontro dall'applicazione del metodo LEAN, migliorata l'eccellenza e l'efficienza delle cure. Nasce reparto a gestione infermieristica.

A presentare l’esperienza dell’ospedale del capoluogo ligure, Paolo Rivarola, Dirigente Infermieristico, durante il 1° Congresso interregionale del Comitato Infermieri Dirigenti svoltosi nelle scorse settimane ad Arenzano.

L’ospedale genovese utilizza da ormai tre anni il modello organizzativo per intensità di cura che prevede la presa in carico del paziente sulla base dei livelli di complessità assistenziale ed include la presenza di un tutor medico e di un team infermieristico dedicato, tutto ciò nell’ottica di una più efficace ed efficiente gestione dell’assistenza ospedaliera.

A partire dal 2013, dopo una prima fase di sperimentazione del modello organizzativo, in Ortopedia e Geriatria, che ha portato al miglioramento delle performance assistenziali, la direzione sanitaria ha deciso di estendere l’intensità di cura a tutta la struttura ospedaliera.

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Definizione delle 5S.

A presentare l’esperienza dell’Ente, Paolo Rivarola, Responsabile Infermieristico Livello 2 Chirurgico.

“L’innovativa organizzazione assistenziale prevede la presa in carico del paziente in aree omogenee, che lo vedranno ricoverato in base alla gravità e quindi al livello di complessità assistenziale:

1° Livello Alta Intensità: rianimazione, UTIC, terapia intensiva post operatoria. Ove vi è necessità di supporto dei parametri vitali con tecniche invasive;
2° Livello Media Intensità: degenze per acuti medica e chirurgica. Prevede il supporto dei parametri vitali in modo non invasivo;
3° Livello Bassa Intensità: degenze per pazienti post acuti, “area della fragilità” (stabilizzazione e riabilitazione).

Tale organizzazione è incentrata sulle necessità del paziente, abbandona il lavoro per compiti e pone l’attenzione sul progetto di salute della persona, lavora per processi ad integrazione multidisciplinare.

Da tutto ciò nascono nuovi ruoli infermieristici:

- coordinatore infermieristico di livello;
- coordinatore infermieristico;
- infermiere di processo;
- infermiere di settore;
- infermiere receptionist;
- infermiere consulente.


“Cosa sta cambiando nell’organizzazione assistenziale? Si supera l'approccio tradizionale, dove ad essere curata è solo la malattia, per arrivare a “prendersi cura del paziente” nella sua globalità, ci si dirige verso un’assistenza personalizzata (modello per settori)”.

In questo contesto si inserisce il metodo Lean che ha aiutato a migliorare eccellenza ed efficienza delle cure.

Lean significa snello.

E’ un sistema di gestione, che può cambiare il modo in cui l’Ospedale è organizzato, attraverso una serie di strumenti innovativi.

L’Ospedale viene così disegnato per risparmiare spazio, tempi, sforzi inutili e sprechi: pensare solo a quante distanze inutili sono percorse da Infermieri, Pazienti, Tecnici e Medici, ogni giorno nei nostri Ospedali. Quante attese inutili sono imposte ai nostri pazienti e ai nostri operatori.
Scopo dell’Ospedale snello è eliminare lo spreco che non dà valore al nostro cliente / paziente: iniziando dal tempo che l’organizzazione gli sottrae.

“Il Lean mette al centro lo sviluppo delle persone, in quanto lo sviluppo dei dipendenti è la chiave per migliorare i servizi e i processi”.

“Si crea valore per il paziente: si riconosce la sua individualità, soggettività, dignità e ci si prende cura di lui personalizzando i piani di assistenza, mettendo in atto specifiche strategie centrate sui bisogni effettivi. La gestione integrata dei percorsi di cura risulta vincente: collaborare alla creazione di pdta (standardizzare), svolgere briefing e processi di lavoro”.

Nell’ottica del miglioramento continuo dell’ambiente di lavoro, in alcuni reparti all’interno delle stanze di degenza si utilizza il kanban. Letteralmente kanban significa “cartellino” ed è il segnale che il materiale deve essere riordinato.

Quando si parla di sprechi si identificano:

- Sovrapproduzione (Test pre operatori inutili);
- Beni in attesa di utilizzo (SS.OO. sotto- utilizzate)
;
- Spostamento di beni o informazioni ( attese inutili)
;
- Attese del personale (mancanza di sincronismo fra operatori);

- Scorte
;
- Movimenti di personale (il movimento non è lavoro)
;
- Disservizi ed errori (non rispetto dei tempi, della privacy, diagnosi e trattamenti sbagliati).

Al momento la dirigenza sta lavorando su alcuni punti tra cui: la Motivazione del personale, formazione lean, la creazione di un blocco operatorio unico condiviso, aree di degenza plurispeciaslistiche, Pre-ricovero chirurgico centralizzato, Recovery-room e Bed management.

La strada è ancora lunga, ma nel frattempo, per il 2016, Work in Progress: “L’Ospedale sta lavorando nell’Area ad alta intensità (1° livello) per creare l’Unità di terapia intensiva respiratoria e coronarica e l’area critica di medicina e postacuzie cardiologica."

Ma non solo, anche un reparto a gestione interamente infermieristica.

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