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A Milano "Insieme per prenderci cura"

di Redazione

Muttillo

Le professioni sanitarie a confronto con le religioni, per rispondere ai bisogni della persona. Il progetto nato nel 2015 si concluderà il 12 maggio 2016.

MILANO. "Insieme per prenderci cura", non uno slogan ma una visione nuova della cura e dell’assistenza infermieristica, che tenga in considerazione l’individuo nella sua globalità, a partire dalla sua fede, dal suo vissuto, dalle sue convinzioni. Medici, infermieri e operatori sanitari si trovano oggi di fronte a nuove sfide deontologiche ed etiche, che coinvolgono malati di differenti etnie, lingue, culture e religioni. I cambiamenti in atto nella società multiculturale e multietnica (e qui il riferimento non può che andare anche alle conseguenze della recente ondata migratoria) sollecitano risposte nuove.

Per questo Istituzioni accademiche, medico-ospedaliere e religiose (ossia Biblioteca Ambrosiana, Associazione Medica Ebraica, CO.RE.IS Italiana, Ordine degli infermieri Collegio IPASVI Milano-Lodi-Monza e Brianza e Fondazione Ca’ Granda) hanno attivato una collaborazione volta ad offrire ai professionisti della salute un percorso formativo che diviene inevitabilmente anche occasione di confronto.

Esponenti medici e infermieristici e rappresentanti delle tre religioni monoteiste (Islam, Cristianesimo, Ebraismo) si sono interrogati e si interrogheranno sui grandi quesiti dell’uomo, dalle questioni di inizio vita alle nuove possibilità diagnostico-terapeutico assistenziali, dall’umanizzazione delle cure alla bioetica, passando per molti altri aspetti rilevanti, in un progetto d’ampio respiro partito nell'aprile 2015, che si concluderà il 12 maggio 2016, in occasione della giornata internazionale dell’infermiere.

«È necessario – spiega Giorgio Mortara, Presidente AME (Associazione Medica Ebraica) – individuare e discutere i dilemmi e le problematiche che coinvolgono e che turbano le diverse figure professionali nello svolgimento del loro lavoro (ginecologi, neonatologi, ostetriche, infermieri, anestesisti, oncologi, terapisti del dolore) e confrontarle con le posizioni che le religioni hanno riguardo alle problematiche della salute, della malattia, della vita e della morte in modo da elaborare un processo di cura che tenga conto della dimensione spirituale e culturale della persona assistita. Questo corso va nella direzione auspicata dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini che nel recente convegno “Europa e cultura europea. Le religioni come sistemi educativi” ha annunciato la creazione di una Commissione sul pluralismo religioso composta da esperti di diversa estrazione, colmando in tal modo una carenza grave nell’ambito dell’istruzione superiore italiana».

In tal senso il corso è anche un percorso di crescita e confronto, con l’intervento di esponenti delle chiese cristiane e di altre religioni fra cui l’Induismo e il Buddismo. Un percorso che vuole offrire, oltre a una riflessione sulle principali criticità attuali (ad esempio l’impossibilità di disporre di luoghi di culto in ospedale, la difficoltà ad avere menù adeguati, la limitata presenza di spazi per la preghiera), anche una serie di risposte ai dilemmi di fronte ai quali gli operatori si trovano quotidianamente allorché vogliano dare una risposta ai bisogni, materiali e non, della persona in una visione olistica.

«Come infermieri – illustra il presidente dell’ordine degli Infermieri Collegio IPASVI Milano-Lodi-Monza e Brianza Giovanni Muttillo – vogliamo offrire un’assistenza che ponga al centro la persona e le sue esigenze, nel pieno rispetto delle sue abitudini e delle sue convinzioni religiose. Ciò è possibile solo a partire dalla conoscenza delle diverse fedi, che si trasforma in dialogo, che si trasforma in rispetto. Il senso del percorso “Insieme per prenderci cura” è quindi questo: offrire ai professionisti della salute l’occasione per conoscere appieno il mondo e la spiritualità delle persone che assistiamo, per offrire una risposta adeguata, appropriata, rispettosa dell’individuo e della sua comunità. L’infermiere è un soggetto attivo, che agisce in prima persona con autonomia di scelta e responsabilità entro una cornice valoriale in cui il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per assistere e perseguire la salute intesa come bene fondamentale del singolo e interesse peculiare della collettività. Un bene da tutelare in ogni ambito professionale attraverso attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione».

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