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Infermieri del 118 del Lazio sfruttati, polemiche dopo la denuncia delle Iene

di Angelo

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L'esecutivo Nazionale di USB chiede le dimissioni della direttrice generale dell'ARES laziale: "non si può sfruttare le persone con i fondi pubblici e la connivenza dei servizi che dovrebbero vigilare".

ROMA. Continuano nel Lazio le polemiche sul 118 dopo la trasmissione di ieri sera de Le Iene, che hanno messo in mostra lo squallore e il degrado sociale, culturale e lavorativo che c'è dietro al servizio dell'emergenza/urgenza dell'hinterland romano. Finte associazioni ONLUS continuano ad "assumere" infermieri e autisti soccorritori in nero sotto gli occhi di tutti e con i fondi dello Stato Italiano. 

Sul caso, era intervenuta nei giorni scorsi la stessa ARES, ovvero l'Azienda regionale per l'emergenza sanitaria del Lazio, che aveva provveduto a denunciare alla Guardia di Finanza le ONLUS sospette. Il problema è che dell'argomento se ne parla ormai da una decina di anni e che denunce in tal senso erano già pervenute ad opera di sindacati infermieristici e medici. Ma finora nulla era accaduto fino all'arrivo delle Iene che hanno smascherato i "furbetti" del 118 e denunciato all'opinione pubblica lo stato di sfruttamento che c'è ai danni di giovani infermieri e di autisti-soccorritori costretti a lavorare con stipendi da fame, turni anche di 15-16 ore giornalieri (6 giorni su 7) per racimolare 4,5 euro all'ora (infermieri) e 3,5 euro all'ora (altri volontari). Al mese, in nero e con il sistema "regolare" dei rimborsi spese, i malcapitati "guadagnano" dai 1.200 ai 1.400 euro al mese, totalizzando in un mese anche 350/400 ore lavorative (senza turni di riposo, smonto, malattie e infortuni; se ti fai male vieni allontanato, se sei malato perdi il "lavoro"). E si perché di lavoro si tratta, anche se non regolare e pagato dalla Regione Lazio.

L'autodifesa dell'Ares

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E' bufera sulle Onlus utilizzate nel Lazio per il servizio 118.

"Grazie al lavoro di questi mesi e alle nuove assunzioni in sanità, gli affidamenti esterni dell'Ares 118 a Onlus e società private si sono ridotti del 90%, con risparmi di alcuni milioni di euro. Questo sicuramente ha determinato uno shock nel sistema di mercato delle ambulanze e del personale di supporto a vario titolo inteso come privato" - si legge in una nota dell'Ares.

"Sui contratti anomali segnalati dal programma televisivo Le Iene di talune Onlus nei confronti di propri 'volontari', segnaliamo che sono già in corso da tempo verifiche da parte delle Forze dell'Ordine alle quali l'Ares 118 sta attivamente collaborando".

"Considerando che per il servizio di volontariato la legge non prevede nessun tipo di rimborso, la Direzione dell'Ares 118 ha proceduto oggi stesso a presentare querela presso la Guardia di Finanza per tutti gli accertamenti del caso. La querela si aggiunge ai sempre più stringenti controlli introdotti da Ares 118 sugli affidamenti esterni. In caso di accertata responsabilità di truffe ai danni dell'amministrazione regionale, l'Ares 118 promuoverà l'immediata decadenza delle Onlus coinvolte" - concludono dall'Ares

L'attacco dell'USB

“Dopo il servizio de Le Iene sull’ARES 118 del Lazio la Direttrice Generale si dovrebbe dimettere per il grave danno arrecato al servizio pubblico, ai suoi lavoratori e ai cittadini” dichiara Licia Pera dell’Esecutivo Nazionale di USB.

“Il servizio televisivo documenta molto chiaramente quanto come USB denunciamo da anni: dietro il sistema delle ONLUS convenzionate con il 118 del Lazio si nascondono frodi al fisco, aumento dei costi per il servizio pubblico e lavoro nero per i finti volontari che, in realtà, sono lavoratori a tutti gli effetti che da anni svolgono il servizio senza diritti, senza sicurezza e senza alcun contributo pensionistico”.

“Una condizione che conosciamo bene e che abbiamo messo nero su bianco il primo aprile scorso in una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, al Prefetto di Roma e al Presidente Zingaretti”.

Prosegue la sindacalista “queste fantomatiche ONLUS vengono impiegate da anni in ARES 118 con proroghe successive senza alcuna procedura selettiva e senza alcun controllo, un vero e proprio sistema di affari dove a rimetterci è la qualità del servizio ai cittadini e i lavoratori”.

“Quello che ci fa più rabbia è l’arroganza e il senso di impunità con le quali queste sedicenti ONLUS si rappresentano, segno evidente che non sono sottoposte ad alcun controllo da parte dell’ARES 118 che invece è il principale responsabile della qualità delle prestazioni sanitarie che fornisce. D’altronde, come intendesse controllare le ONLUS la Direzione Generale dell’ARES 118, lo abbiamo ben compreso quando abbiamo visto nel fantomatico gruppo dei controllori un indagato che utilizzava auto di servizio come fossero auto blu ed un ex referente di una delle ONLUS tutt’ora convenzionata con l’ARES 118, come  mettere la volpe a guardia del pollaio”.

“Non ci accontentiamo delle denunce alla Guardia di Finanza, rivendichiamo con forza la necessità della natura totalmente pubblica del servizio, unica garanzia per la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Zingaretti, diretto responsabile delle scelte dell’ARES, esprima la volontà di cambiare rotta reinternalizzando il servizio e i lavoratori, il resto sono chiacchiere” conclude Licia Pera.

Ora si attende la presa di posizione del Collegio IPASVI di Roma, della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI e dei sindacati di categoria, perché tutti assieme si torni a parlare la lingua della legalità e si mandino a casa questi emeriti sfruttatori.

Indagini in tal senso sono partite, per finire, anche in altre regioni, soprattutto al Sud, ma anche in Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria. Vi terremo aggiornati della questione.

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