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Infermiera incinta avvelenata dal compagno

di Redazione

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Non è chiaro il movente, ma la donna e il feto sono per ora salvi. Arrestato l'uomo, che ha confessato.

Il feto non ha riportato danni, la donna rimarrà ancora per un paio di giorni in prognosi riservata. E’ quanto trapela dall’Ausl sulle condizioni dell’infermiera incinta di Bazzano originaria di Siena, ricoverata in Rianimazione all’ospedale Maggiore, dopo aver bevuto una bibita avvelenata dal compagno, sottoposto da ieri a fermo per lesioni gravissimecon l’accusa di aver versato una sostanza irritante nella bottiglia di plastica. Non si tratterebbe di soda caustica, ma di un prodotto per lavastoviglie.

Il pm Giuseppe Di Giorgio chiederà la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per il 35enne, dipendente del comune di Valsamoggia.

Sulla base di quanto dirà l’indagato nell’interrogatorio davanti al Gip, nell’udienza di convalida, si potrà valutare l’elemento psicologico della sua condotta: se si riterrà che l’uomo abbia accettato il rischio che la compagna morisse, si potrebbe imputare il tentato omicidio volontario, con il dolo eventuale.

Il procuratore aggiunto Valter Giovannini afferma: «Il movente non è ancora chiaro. Detto questo, la Procura non intende fornire ulteriore particolari per rispetto della donna e del figlio che ha in grembo».

Secondo quanto si apprende, la gravidanza della donna, al settimo mese, aveva gettato il compagno in unostato di angoscia profonda, temeva che il nascituro potesse avere problemi di salute. Pare che alla
decisione di porvi fine l'indagato stesse pensando da tempo. Queste potrebbero essere le ragioni che hanno spinto l’uomo a versare nella bevanda della compagna la sostanza tossica.

Il compagno è stato ascoltato dal pm Di Giorgio e dai carabinieri. Dapprima come persona informata sui fatti. Poi, quando sono emerse alcune contraddizioni nel suo racconto e il pm gli ha fatto presente che o si era davanti ad un atto terroristico, o la donna aveva tentato il suicidio, oppure era stato lui ad avvelenarla, l'uomo ha chiesto tempo per pensare. L'audizione è stata sospesa e quando è ripresa il 35enne ha ammesso le proprie responsabilità, tra le lacrime.

A quel punto è stato invitato a nominare un legale e gliene è stato assegnato uno d'ufficio, l'avvocato Raffaele Merangolo. "Sono stato nominato di fiducia insieme al collega Giulio Cristofori. Ora attendiamo l'udienza di convalida", si è limitato a dire il difensore, raggiunto al telefono in mattinata appena uscito dal carcere della Dozza, dove ha avuto un colloquio con il proprio assistito.

Incensurato, le testimonianze raccolte descrivono il compagno come una persona tranquilla, innamorato della compagna.

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