NAPOLI. Potrebbero essere due esponenti di Forza Italia a tirare le castagne dal fuoco ai parlamentari che siedono contemporaneamente su due poltrone, finiti nel mirino della delibera anticorruzione promossa dal giudice Raffaele Cantone. Si tratta dei senatori Andrea Mandelli e Luigi D'Ambrosio Lettieri, rispettivamente presidente e vicepresidente della Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani.
Stanno infatti lavorando, è il caso di dire “cicero pro domo sua”, a un emendamento al disegno di legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, in esame alla Commissione Affari Costituzionali. Ovvero, la risposta del Parlamento alla delibera Cantone, che punta a cancellare doppi incarichi e conflitti d’interesse. Una sorte di mediazione per risolvere una questione, forse giusta nel merito come posta da Cantone, ma che interviene però cambiando le regole che lo stesso parlamento s’era dato a inizio legislatura.
Nella loro proposta, i senatori di Fi chiedono di aggiungere al testo del Governo un ulteriore articolo, il n. 8 bis, dove si specifica la natura giuridica degli Ordini e dei Collegi professionali e delle loro federazioni nazionali come «enti pubblici non economici a carattere associativo». In base a questa peculiarità giuridica essi, è questa la tesi che s’intende difendere, «determinano la propria organizzazione con appositi regolamenti» ai quali «non si applicano le restrizioni in materia di rapporti di lavoro», precisando che «sono soggetti esclusivamente alla vigilanza del ministro competente».
L’emendamento sembra fatto su misura per azzerare gli effetti della delibera n. 145 dell'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione presieduta dal magistrato Raffaele Cantone. Nel testo, lo ricordiamo, si dice chiaramente che gli ordini e i collegi professionali devono adeguarsi alle norme anticorruzione previste dalla legge Severino e dunque, vanno considerati come enti pubblici «non economici», e non «enti associativi». In quanto tali, aggiunge l’Anac, devono sottostare alle norme per la trasparenza e anticorruzione e a quelle sull'inconferibilità e incompatibilità delle cariche. Il che vuol dire che tra i nuovi obblighi degli enti vi è anche il divieto di assegnare ruoli dirigenziali negli ordini a chi già ricopre o ha ricoperto altre cariche amministrative o politiche.
Insomma, il braccio di ferro tra l’Autorità anticorruzione e il Parlamento è appena iniziato. La prima vuole a tutti i costi imporre giuste regole sulla trasparenza amministrativa, evitando cumuli di cariche e sovrapposizioni d’interessi. Lo fa però cambiando le regole del gioco a partita in corso: gli attuali parlamentari che siedono su più poltrone (oltre a Mandelli e D'Ambrosio ci sono anche Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo e Annalisa Silvestro, Presidente Ipasvi, l’ordine degli infermieri) hanno iniziato la legislatura forti della compatibilità tra incarichi diversi confermata proprio in sede parlamentare. Ora si troverebbero su due piedi a scegliere o l’una o l’altra. La soluzione potrebbe stare proprio nel mezzo: il parlamento vara la delibera Cantone, ma con efficacia a partire dalla prossima legislatura.
Insomma, siamo difronte ai primi colpi di un match che s’annuncia lungo e controverso.
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