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Il futuro della Sanità Toscana: reinvestire e ripensare nuovi modelli

di Marco Alaimo

giunta regionale

Grazie al lavoro degli operatori, la Sanità Toscana è tornata ai vertici nazionali anche con meno soldi.

Firenze. A pochi giorni dal voto elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale, si fanno sempre più frequenti gli incontri e i dibattiti dei vertici della Sanità Toscana.

Recentemente nel cuore della Toscana, precisamente a Scandicci,  si è svolto un dibattito con l'attuale Assessore al Diritto alla salute Luigi Marroni e con il Consigliere Regionale Simone Naldoni sul tema tanto caro e molto dibattuto dai cittadini toscani sul "Futuro della Sanità". Avevamo già parlato di alcune dichiarazioni importanti dell'assessore Marroni e della rivoluzione intrapresa dalla Regione Toscana con gli accorpamenti delle ASL che da dodici saranno ridotte a tre.

Idee, prospettive e sfide di una Regione che punta a idee innovative e alla riorganizzazione di tutto il territorio.

In sintesi vi riportiamo i punti più salienti dell'incontro tenutosi a Scandicci e dove Nurse24.it era presente:

Marroni: "La legge regionale: si parla di ridurre le aziende da 12 a 3. La legge era partita con progetto più ambizioso, ossia fondere le aziende territoriali con le aziende ospedaliere e le universitarie. Ma per motivi di carattere formativo è stato impedito. Il 1° mggio sono stati nominati i commissari provinciali e dal 1° luglio vengono nominati i commissari delle aziende di area vasta.

I tagli vengono dall’esterno e risalgono già a qualche anno fa. Nel giro di tre anni abbiamo affrontato la situazione dapprima con una serie di manovre che non riguardano le ASL (delibera 1235). Tra i tagli e i cittadini ci sono poi gli operatori. Quindi si poneva una questione che i tagli venivano imposti, quindi meno risorse ma più esigenze."

Nel 2014 abbiamo generato il surplus con il quale abbiamo deciso di ampliare il numero di persone che cureremo per l'Epatite C.

"È cambiato il paradigma dalla crisi economica finanziaria, siamo riusciti a venirne fuori e da quello che poteva essere un default finanziario, siamo arrivati in tre anni ad avere un utile di esercizio che ora utilizziamo per curare più persone di Epatite C.

Inoltre grazie al lavoro degli operatori, la Sanità Toscana  è tornata ai vertici nazionali anche con meno soldi."servizio-sanitario-toscano

"Con la revisione della finanziaria 2014, nasce la riforma e potevamo aspettare la fine delle elezioni, e comunque sopravvivere, perché la riforma avrebbe avuto anni di dibattiti, ma dobbiamo dire che non c’è stato tempo in quanto mancavano i soldi e la crisi non ci ha aiutato.

L’idea della riforma nasce ancor prima con l’accorpamento delle province, ma in quel periodo non si potevamo inserire anche le ASL. Con la riduzione dei soldi invece abbiamo dovuto accelerare.

A questo punto piuttosto che subire abbiamo deciso di fare in tre mesi quello che magari doveva essere fatto in due anni."

La grossa vera riforma non è mettere insieme le ASL, il quadro strutturale, ma riorganizzare profondamente i processi assistenziali, produttivi, la gestione del personale, e decidere cosa si fa e con quali risorse.

L’ambizione della riforma è talmente profonda che non riguarda solo la politica ma chi ci lavora e poi ancora enti locali e cittadini con associazioni.

"La forza futura sarà l’organizzazione, i processi organizzativi, le persone che lavorano, la loro valorizzazione e della professionalità, la diversificazione delle carriere così da non ingessarle mantenendo il sistema universale."

Naldoni: "Con l’art. 7 della legge 28 ex 396 la rivoluzione si può fare davvero se si rende il territorio altrettanto autorevole dal punto di vista organizzativo, del badget e della capacità gestionale rispetto ai compiti dell’ospedale nel quadro della competenza.

Attualmente non è cosi, basti pensare a codici bianchi e altri aspetti che possono tranquillamente essere trattati sul territorio.

Il nostro lavoro in questi mesi molto velocemente è stato quello di dare certezze di programmazione, organizzative e gestionali anche al territorio e non solo all’ospedale; ad esempio è stato inserito un direttore generale come interlocutore tra ospedale e territorio."

"Vorrei ricordare che in una lettere della BCE (Banca Centrale Europea) si chiedeva al nostro sistema di diminuire gli stipendi, abolire le province, etc... mentre sulla Sanità non diceva nulla, perché vista da un  livello "Macro" la Sanità in Italia costo poco e rende allo stesso tempo tanto. L’unico riferimento è il controllo delle perfomance."

"Ci chiediamo quindi come mai se a livelli Europei non viene chiesto nulla di taglio per la Sanità, in Italia ora è stato chiesto di tagliare? Questo è il paradosso in cui si è trovata la regione Toscana in questo periodo storico. Avevano dato 2 miliardi in più con il patto della Salute ad Agosto del 2014 e ne hanno tolti 4 con il DEF a fine settembre e per effetto delle manovre  precedenti il risultato è meno 250 milioni circa. Quindi impossibile mettere mano a sanità."

Quindi la riforma che poteva essere fatta dopo la campagna elettorale (Maggio) è stato necessario farla ora per non rendere vana tutta l’azione di risparmio che poteva esere messa in campo. Questa riforma quindi è stata creata in modo da impostare il sistema per i prossimi anni.

Vorrei fare sul territorio inoltre un censimento della dotazione territoriale infrastrutturale, un rapporto moderno e sincero con il privato sociale . Quindi, per fare in modo che il territorio riesca a rispondere alle esigenze moderne della comunità, devono essere rivolte ad esso più attenzioni".

Continueremo a seguire le vicende della Regione Toscana che da molti anni rappresenta un eccellenza per tutto il Territorio e che da sempre si è distinta per le nuove idee e le innovazioni. C'è la farà anche questa volta?

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