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#ICE: il pseudonimo salvavita. Di cosa si tratta?

di Rosario Scotto di Vetta

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INGHILTERRA. "Molte persone hanno un cellulare e l'abbiamo usato per scoprire chi fosserose avessimo avuto un modo sempre uguale di cercare un contatto d'emergenza in un telefono cellulare, allora sarebbe stato più facile per tutti."  Parole di un paramedico dell'East Anglian Ambulance Service nel Regno Unito, intervistato il 12 luglio 2005 sul programma radiofonico della BBC "Today programme". Bob Brotchie, colui che, in base alle sue esperienze, ha concepito il programma ICE (In Caso di Emergenza - In Case of Emergency) continua dicendo «Stavo riflettendo su qualche chiamata difficile a cui ho risposto, dove le persone erano incapaci di rispondermi a causa delle ferite o della debolezza e noi non riuscivamo a capire chi fossero

L'idea dietro a questo programma è di permettere ai primi soccorsi, quali i soccorritori, vigili del fuoco, polizia, di identificare le persone coinvolte in qualche incidente e di contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni mediche. E’ stata perciò lanciata l’idea a livello internazionale che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d’urgenza sotto uno pseudonimo predefinito,ICE appunto. Qualora si vogliano indicare più numeri da chiamare si può usare il seguente formato: ICE1 mamma, ICE2 papà, ICE3 eccetera.

Il sistema ICE ha generato tante reazioni diverse, alcuni operatori di emergenza lo hanno ritenuto molto utile, altri lo considerano inutile o addirittura pericoloso in quanto scoraggia l'uso di metodi più efficaci come la Federazione Cantonale Ambulanze del Canton Ticino o il sito di debunking Hoaxbuster. C’è da dire che in Italia tutte le procedure di soccorso si basano sugli standard ILCOR e sulle implementazioni che ne fanno le singole centrali operative del 118 e i soccorritori sono occupati a salvare la vita al paziente ed è spesso più importante un cartellino con le indicazioni del gruppo sanguigno e/o delle malattie piuttosto che del numero da chiamare. Inoltre un soccorritore, per ovvi motivi di privacy, non si metterebbe mai a cercare il cellulare del paziente nelle tasche o nelle borse, quello è compito della polizia che di solito, chiamano l'ultimo numero chiamato.

La proposta si diffonde soprattutto su Internet e Social Network, in particolare come catena di sant'Antonio con sistemi di messaggistica telefonica. E’ stata studiata e creata anche un applicazione da installare su ogni tipo di smartphone sia in lingua inglese sia in italiano. Sarà realmente in futuro un sistema salvavita?

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