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I pazienti ad alto rischio cardiovascolare

di Vladimir Guluta

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COTIGNOLA. Molti studi epidemiologici hanno ampiamente messo in evidenza ed in modo inequivocabile il rapporto che esiste tra alcune nostri stili di vita (fumo, peso corporeo, sedentarietà, ecc) ed alcune malattie di cui possiamo essere affetti (diabete, ipertensione arteriosa, ecc) con il rischio che nel tempo si possa sviluppare una malattia cardiovascolare. In questo modo è nato il concetto ed il termine di fattore di rischio cardiovascolare (FRCV). Qui troviamo l’elenco di tutte le cattive abitudini di vita e delle malattie che possono aumentare il rischio di ammalare le arterie.

Comunemente, i FRCV vengono classificati in modificabili e non modificabili (età, sesso, presenza di malattie cardiovascolari in famiglia). In questa seconda classe si trovano: l’abitudine tabagica (fumo di sigaretta), il sovrappeso / obesità, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa ed il diabete mellito.

Nella pratica di tutti i giorni, nel momento in cui identifichiamo il gruppo con il rischio più alto di sviluppare una complicanza cardiovascolare sapremo anche quali sono i pazienti che hanno veramente il maggior bisogno di un controllo “severo” dei loro FRCV. Eliminare alcuni di questi (fumo, la sedentarietà), riportare alla norma degli altri (il peso corporeo, i valori del colesterolo e della pressione arteriosa) o controllare meglio l’equilibrio metabolico in altre situazioni (diabete mellito) non faranno altro che abbassare il rischio di complicanze cardiovascolari del soggetto in questione.

Sotto il profili pratico, ad alto rischio cardiovascolare sono:

  • pazienti già affetti da malattia coronarica (pazienti con angina da sforzo, con pregresso infarto del miocardio, pazienti già sottoposti a procedure di rivascolarizzazione miocardica come l’angioplastica coronarica e/o bypass aortocoronarico) ed i pazienti con pregresso stroke (ictus);
  • pazienti con patologie equivalenti alla malattia coronarica (diabete mellito, diabete mellico con insufficienza renale cronica, aneurisma dell’aorta, malattia arteriosa ostruttiva localizzata a livello carotideo e/o agli arti inferiori);
  • pazienti con associazione di ≥ 2 FRCV tra i quali: fumo, ipertensione arteriosa, basso HDL colesterolo, anamnesi familiare di precoce malattia coronarica, età > 45 anni per uomini e > 50 per le donne;
  • soggetti con alto rischio cardiovascolare calcolato (vedi in seguito).

Per calcolare il rischio cardiovascolare utilizziamo una delle due equazioni maggiormente in uso, frutto di studi epidemiologici seri, prolungati nel tempo ed eseguiti su un altissimo numero di individui.

La prima equazione è quella americana (emersa dallo studio di FRAMINGHAM) e l’altra è l’equivalente europea (conosciuta in letteratura scientifica con il nome SCORE).

Il primo sistema calcola il rischio di sviluppare una malattia coronarica a 10 anni, mentre il secondo calcola il rischio di decesso a 5 anni per cause cardiovascolari. Il metodo americano considera un paziente ad alto rischio cardiovascolare chi ha uno score calcolato > 20%, mentre il sistema europeo ≥ 5%.

I pazienti ad alto rischio cardiovascolare necessitano di uno stretto controllo dei FRCV e di terapia medica ed in pratica si tratta di:

  • incoraggiare la perdita di peso in eccesso e di aumentare l’attività fisica ed abolire l’abitudine tabagica (smettere di fumare);
    trattare in modo efficace l’ipertensione arteriosa ai fini di ottenere dei valori di pressione sistolica < 140mmHg e di diastolica < 90mmHg;
  • garantire migliore possibile e costante controllo dei valori della glicemia nei soggetti affetti da diabete mellito;
  • consigliare una dieta adatta ed eventualmente l’assunzione di farmaci specifici per abbassare LDL-colesterolo.

Per un adulto in stato di buona salute, si raccomanda:

  1. mantenere il peso corporeo in maniera tale da avere un BMI < 25 Kg/m2;
  2. perdere peso se si ha una circonferenza della vita > 88 cm per le donne e > 102 cm per gli uomini;
  3. attività fisica di 30-60 minuti al giorno per almeno 5 giorni la settimana;
  4. mantenere il colesterolo totale < 200 mg/dl; mantenere LDL colesterolo < 160 mg/dl ( in pazienti a rischio cardiovascolare < 100 mg/
    dl, mentre in quelli ad alto rischio cardiovascolare < 70 mg/dl); mantenere i trigliceridi < 150 mg/dl (ottimale < 100 mg/dl);
  5. mantenere la PA sistolica < 140 mmHg e la diastolica < 90 mmHg (ottimale < 120/80 mmHg).

Per quanto riguarda la somministrazione di farmaci in prevenzione primaria, il mondo scientifico non ha raggiunto ancora una risposta unanime per quanto riguarda l’assunzione di aspirina dopo i 45-50 anni di età e la somministrazione di statine (in particolare la rosuvastatina), indipendentemente dai valori iniziali del LDL-colesterolo.

per sapere di più:
http://www.mdcalc.com/framingham-coronary-heart-disease-risk-scorehttps://us.micardis.com/hcp/pdfs/SCORE_2003_male.pdf, http://www.my-personaltrainer.it/peso-teorico.html

 

 

 

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