Nurse24.it
chiedi informazioni

Fritti nemici della linea per colpa dei geni, rischio obesità raddoppia

di Redazione

e1be80432240eea966714443ade87ee2

REDAZIONE. Fritti 'killer' per la linea? Sì, ma non per tutti e non allo stesso modo: sembra infatti che patatine, snack e altri cibi fritti possano interagire con i geni che influenzano il peso, soprattutto in chi ha un profilo genetico particolare. In questo caso le scorpacciate di fritti raddoppiano la probabilità di obesità nelle persone a più alto rischio genetico. È quanto emerge da uno studio di Harvard pubblicato su 'Bmj.com'. In altre parole, spiegano i ricercatori dell'Imperial College di Londra in un editoriale che accompagna la ricerca, il makeup genetico può potenziare gli effetti dannosi di una dieta poco sana per la linea.

 

I risultati mostrano che mangiare cibi fritti più di quattro volte la settimana ha avuto un effetto sull'indice di massa corporea (Bmi) delle persone con i più alti punteggi di rischio genetico praticamente doppio rispetto a quelle meno a rischio.

 

Il team di ricercatori statunitensi, guidati da Lu Qi dell'Harvard School of Public Health, ha analizzato le interazioni tra il consumo di cibi fritti e il rischio genetico associato all'obesità in oltre 37.000 uomini e donne coinvolti in tre grandi studi sanitari negli Stati Uniti. Grazie ad alcuni questionari è stata monitorata la frequenza del consumo di fritti (sia in casa che fuori) ed è stato assegnato a ogni soggetto un punteggio di rischio genetico sulla base di 32 varianti note associate con Bmi e obesità.

 

Sono state identificate tre categorie di consumo: meno di una volta a settimana, da una a tre volte alla settimana e quattro o più volte alla settimana. Altezza e peso corporeo dei volontari sono stati valutati all'inizio e poi – solo il peso – con regolarità nel corso dello studio. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto interazioni costanti tra il consumo di cibi fritti e il rischio genetico di accumulare peso.

 

Ebbene, si è visto che tra i partecipanti con il rischio genetico maggiore, le differenze di indice di massa corporea di chi consumava cibi fritti quattro o più volte alla settimana e chi si limitava a meno di una volta a settimana sono di 1 kg/m2 nelle donne e 0,7 kg/m2 negli uomini. Gli autori sottolineano che i loro risultati possono essere stati influenzati da altri fattori non misurati, nonostante si sia tenuto conto di elementi come dieta e stile di vita. Tuttavia l'associazione tra il consumo di cibi fritti e grasso corporeo può variare in base alle differenze di predisposizione genetica, e viceversa le influenze genetiche sui chili di troppo possono essere modificate dal consumo di alimenti fritti.

 

«I nostri risultati – commenta Lu Qi – sottolineano l'importanza di ridurre il consumo di cibi fritti nella prevenzione dell'obesità, soprattutto negli individui geneticamente predisposti.» Alexandra Blakemore e Jessica Buxton dell'Imperial College di Londra in un editoriale scrivono: «Questo lavoro fornisce la prova dell'interazione tra il rischio genetico combinato e l'ambiente nell'obesità», convinte che l'elemento genetico non vada sottovalutato nel controllo dell'epidemia di chili di troppo che affligge il pianeta.

 

Tuttavia «la maggior parte di noi – concludono le studiose – dovrebbe comunque mangiare i fritti con più parsimonia, in ogni caso». Dunque anche indipendentemente dalle caratteristiche genetiche.

Scopri i master in convenzione

Commento (0)